Saltiamo le presentazioni. Cime tempestose (Wuthering Heights) tanto lo conoscete tutti, no? A dire il vero, io non ho mai letto il primo e unico romanzo di Emily Brontë. Romanzo che tra l’altro non è che fosse stato salutato con grosso entusiasmo dalla critica alla sua pubblicazione nel 1847, mentre oggi è un super classico della super letteratura britannica. Già qui, possiamo interrogarci sull’effettiva utilità della critica. Il qui presente Cannibal Kid è un critico? No, è uno a cui piace criticare. Uno a cui piace criticare pure la critica ufficiale. Un criticone, in pratica. Ma non un critico. C’è una sottile differenza. Una differenza che un critico vero probabilmente saprebbe spiegarvi meglio, ma io no.
Chissà se a questo adattamento cinematografico del 2011 firmato da Andrea Arnold non capiti un destino simile a quello del romanzo. Non che la critica l’abbia fatto a pezzi, però ha diviso parecchio fin dalla sua presentazione al Festival di Venezia 2011, tra qualche entusiasta e molti perplessi. Le intenzioni della regista del pregevole Fish Tank sono davvero pregevoli. Basta con le solite versioni patinate da tipico period drama britannico e proviamo qualcosa di diverso. Le cime tempestose su cui si arrampica la Arnold sono più alte e impervie di quelle tentate da altri registi alle prese con i romanzi delle sorelle Brontë. Allo stesso tempo, il rischio di cadere e spaccarsi l’osso del collo è anch’esso maggiore. L’idea, la visione della regista è stata quella di tentare un approccio tra il neorealismo del suo precedente Fish Tank, ma con un’ambientaziona bucolica anziché cittadina, e il naturalismo di Terrence Malick. La Arnold rincorre i due protagonisti Heathcliff e Catherine con macchina da presa a mano, spesso mossa, si concentra sugli animali, sui paesaggi, creando un film più d’atmosfera che di narrazione. Un film poco parlato e molto sensoriale. L’altro elemento originale è la scelta di avere un Heathcliff di colore, cosa che introduce il tema del conflitto razziale, a dirla tutta nemmeno troppo sviluppato e quindi leggermente sprecato.
"Dicono che assomiglio a una versione giovane di uno dei candidati alla
presidenza USA: eppure io e Mitt Romney non abbiamo molto in comune..."
Per quanto riguarda gli interpreti, sono stati scelti due attori molto giovani per la prima parte, quella più fanciullesca, i due esordienti totali Solomon Glave e Shannon Beer, e due attori giovani ma un filo meno per la seconda parte, quella con i due protagonisti un po’ più cresciutelli. In questo caso il pure lui esordiente James Howson, bravo ma io ho preferito il ragazzotto più giovane, e poi Kaya Scodelario, che fa fare il salto di qualità al secondo tempo della pellicola. Chi è Kaya Scodelario? Ma che domande sono? È solo una delle migliori giuovani interpreti della scena britannica. Ha fatto la serie tv Skins, un paio di video di Plan B e ora è pronta per conquistare una notorietà maggiore anche all’infuori del Regno Unito, visto che è protagonista del nuovo video di Robbie Williams, “Candy”, quello con il ritornello scritto dai 7 nani. Hey oh!
Video carinissimo e super simpatico, ma cancellatelo subito dalla vostra mente. Difficile immaginare qualcosa dalle atmosfere più lontane di Wuthering Heights. Un film cupo, con una notevole forza visiva ma con qualche carenza a livello di sceneggiatura. Una visione sicuramente interessante che però lascia anche con l’amaro in bocca, perché poteva rappresentare un nuovo standard assoluto nella rilettura dei classici British e invece si ferma a un passo dall’impresa. Una pellicola che conquista gli occhi, non del tutto il cuoricino. Kaya Scodelario? Lei invece conquista gli occhi, il cuoricino e pure un’altra parte del corpo… (voto 7/10)
P.S. No, il video di “Wuthering Heights” di Kate