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Cimiteri dei feti o luogo del dolore di una donna?

Creato il 31 ottobre 2013 da Cristiana

Sui cimiteri dei feti (presenti e approvati in tantissime città, Torino inclusa) io la penso nel seguente modo (e penso anche che non si dovrebbe parlarne per attaccare Renzi ma se ne dovrebbe parlare perché nelle comunità si discute di cose che toccano la sfera emotiva)

Io penso che la salute (fisica e psicologica) e la scelta della donna vengano prima di ogni cosa.

E questo significa che se io fossi incinta e perdessi il “feto” per me sarebbe perdere un figlio e non ci dormirei la notte se fosse considerato dallo Stato un “rifiuto speciale” e magari vorrei un luogo dove poter andare a piangere, così come non butto via mai niente. Magari all’inizio. Poi mi passerebbe. Io sono fatta così, ma magari qualcun altro è fatto diverso. E vorrei che questa differenza fosse rispettata.

Quindi non ho nessun problema se un’altra donna non avesse bisogno di quel luogo perché per me vale, in quella fase, ciò che prova la donna. Perché SOLO lei prova qualcosa. Ma ha ragione Zauberei quando dice che che quel dolore non è confrontabile con la perdita di un figlio. Solo un genitore, solo una madre in questo caso, può raccontare quella differenza. Ha ragione, appunto, quando dice che, se ci estrapoliamo dal dibattito tra laici e cattolici, un aborto non è la morte di un figlio, ma la morte di un pezzo di quella donna. O forse no. E dobbiamo rispettare anche questo.

Insomma se esiste un luogo che fa stare bene una donna (e magari anche il suo partner) non ci vedo nulla di male.

Nel caso di Roma, l’azione di Alemanno e della vicesindaca era palesemente rivolto con l’attenzione non alla donna o ai genitori, ma al feto per affermarne l’esistenza ontologica di “figlio” e quindi avallare l’idea che chi abortisce uccide e quindi a mio avvisto era un atto violento e di aggressione alla 194, perché così era stato presentato.

Per assurdo, questo è il caso di uno stesso atto con finalità diverse: in uno è la donna al centro. Nell’altro la donna era la vittima.

Capisco che Renzi si attira amore e odio addosso o che il PD è sotto congresso, ma vi imploro quando si parla di questi temi di entrare in modo delicato.

Piuttosto chiederei a Matteo Renzi cosa intenda fare per evitare la non applicazione della 194, come si arginano CL e Opus Dei che occupano gli ospedali pubblici. Chiederei una legge che imponga almeno una % di non obiettori per ogni ospedale per garantire l’applicazione della legge e non far finire le donne dalle mannaie (o le ricche nelle cliniche ad arricchire medici in malafede). Chiederei una campagna di prevenzione contraccettiva nelle scuole. Io chiederei questo ad un candidato segretario e ad un candidato premier. O non vogliamo raccontarci che anche la sinistra ha lasciato la sanità in mano ai privati o al cattolicesimo integralista?

Leggete anche Suzukimaruti.

P.s. Come non ho avuto problemi a dire a Matteo che il programma sui diritti della nostra mozione è “moscio” (potete rivedere il video su Radio Radicale, quando è andato via l’audio stavo per parlare di matrimonio egualitario) non avrei problemi a dire che su questo sbaglia. 


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