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Trecento metri, decina più, decina meno: è la distanza di casa mia dal cimitero di Borgofranco, teatro di sei ripetute della distanza sopra specificata. Ripetute in salita, perché il cimitero sta abbarbicato su un fianco della collina di Montebuono, mentre io abito in basso. Solo sei ripetute da trecento? Quando mi trovo davanti ad allenamenti dal magro chilometraggio, penso sempre ad una trappola. Oppure ad un errore di digitazione, od una dimenticanza della trainer, che ogni settimana, puntualmente, mi spedisce via mail i compiti. Sì, solo sei da trecento, ma questo dopo i tredici chilometri progressivi iniziali da 5’ a 4’15 al chilometro che ho dimenticato di aggiungere. Oppure: sì, solo 6 da trecento, ma salendo con una gamba sola, in apnea. O ancora: sì, solo sei da trecento per evitare che ti affatichi troppo in vista del lungo di cinquanta chilometri che ti spetta la prossima settimana.Però io mi fido della precisione della trainer e quindi eseguo fedelmente. Del resto, se rispetto alla lettera gli allenamenti più duri, è sacrosanto che lo faccia anche per quelli meno.
Il 9 gennaio si riprende con le competizioni. La scelta sarà tra due gare nessuna delle quali mi attira particolarmente. Il cross di Scarmagno, dal punto di vista logistico, è più fattibile, ma dai racconti dei blogger ormai mi figuro il cross come una competizione a metà tra la gara dei tori di Pamplona (occhio agli zoccoli degli altri runners) ed una gara tra le paludi della Louisiana, dove se fai un passo falso le pozzanghere ti risucchiano. Poi non capisco..ma nelle gare di cross se il fango non c’è lo portano artificialmente? Come nelle piste da sci quando non nevica?
Altrimenti un mini trail di quattordici chilometri in quel di Valduggia (dalle parti di Borgosesia). Un po’ meno agevole da raggiungere. Altra competizione, il trail, cui non mi sono mai dedicato, pur avendo corso nei boschi spesso da ragazzo. Ne entravo indenne e ne uscivo con i vestiti ridotti ad un insieme di stracci multicolori a causa dei rovi, sopratutto quando avevo l’erronea sensazione di essere inseguito. Se invece, in alternativa, riuscissi a scovare una garetta da 10 chilometri o poco più su comodo asfalto o sterrato (senza sabbie mobili) sarebbe l’ideale. Magari piatta, magari con un rinfresco invece di un ristoro.
Ecco, mi sto rammollendo. Tra un po’ correrò in pantofole.
p.s
AUGURO a tutti, per l'imminente 2011, tanti PB nella vita, oltre a che nelle corse.