"Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera." Citando Pablo Neruda, si spera di vedere prima o poi certe poetiche riflessioni trasformarsi in concrete e prepotenti realtà utili per il progresso civile e morale del mondo intero. Nonostante ogni buona intenzione, in Cina sembra stiano cercando di reprimere qualsiasi potenziale possibilità di mondo nuovo. Il gelsomino, fiore divenuto simbolo della tunisina rivoluzione contro Ben Alì che ha infiammato tutta l'Africa con un moto umano senza precedenti, è stato messo al bando ecensurato pietosamente, quasi come fosse maledizione rievocatrice di istinti che è inopportuno rivelare. Nonostante queste ragioni, nella Cina che tutto il mondo ufficialmente conosce il gelsomino era un fiore usato e riconosciuto in ogni dove: usato per profumare tè, cibi o marmellate, era celebrato addirittura da una canzone popolare intonata alle Olimpiadi del 2008, ogni qualvolta la nazionale cinese riusciva a vincere una medaglia. Gelsomino come parte di identità e culto nazionale, dunque. Nonostante questo, è piovuta inappellabile la censura. Tutto iniziò da febbraio scorso, quando i primi messaggi che internet faceva trapelare riguardo alla neonata rivoluzione del gelsomino. In quel periodo, larga parte dei messaggi furono ripetutamente bloccati e respinti "al mittente". Cancellati dalla rete i video in cui politici intonavano la canzone di cui sopra, oltrechè rimosso dalle festività nazionali il "Festival Internazionale del Gelsomino". A niente serve scrivere anche delle difficoltà che i coltivatori di gelsomino stanno riscontrando in un Paese che, senza colpo ferire, si sta preoccupando più di ogni altra cosa di respingere e soffocare un fiore. I prezzi sono crollati da marzo, in alcune località e mercati della capitale ne è addirittura stata proibita la vendita. Il Governo si è rifiutato di dare spiegazioni su queste misteriose decisioni, anche alla luce del fatto che gran parte del popolo è stato tenuto all'oscuro di questi moti rivoluzionari. Fiorai sono stati visitati e minacciati da forze di polizia, altrettanti sono stati ufficialmente incaricati di impedire la vendita dei maledetti gelsomini. Fiore al bando con un'informazione latente e latitante. Un gelsomino può impedire davvero il libero flusso di intenti e libertà? Devono essere i popoli a crederci più di ogni altra cosa al mondo, anche per avvallare il realizzarsi di quella nuova primavera umana pensata dal grandissimo Neruda.
"Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera." Citando Pablo Neruda, si spera di vedere prima o poi certe poetiche riflessioni trasformarsi in concrete e prepotenti realtà utili per il progresso civile e morale del mondo intero. Nonostante ogni buona intenzione, in Cina sembra stiano cercando di reprimere qualsiasi potenziale possibilità di mondo nuovo. Il gelsomino, fiore divenuto simbolo della tunisina rivoluzione contro Ben Alì che ha infiammato tutta l'Africa con un moto umano senza precedenti, è stato messo al bando ecensurato pietosamente, quasi come fosse maledizione rievocatrice di istinti che è inopportuno rivelare. Nonostante queste ragioni, nella Cina che tutto il mondo ufficialmente conosce il gelsomino era un fiore usato e riconosciuto in ogni dove: usato per profumare tè, cibi o marmellate, era celebrato addirittura da una canzone popolare intonata alle Olimpiadi del 2008, ogni qualvolta la nazionale cinese riusciva a vincere una medaglia. Gelsomino come parte di identità e culto nazionale, dunque. Nonostante questo, è piovuta inappellabile la censura. Tutto iniziò da febbraio scorso, quando i primi messaggi che internet faceva trapelare riguardo alla neonata rivoluzione del gelsomino. In quel periodo, larga parte dei messaggi furono ripetutamente bloccati e respinti "al mittente". Cancellati dalla rete i video in cui politici intonavano la canzone di cui sopra, oltrechè rimosso dalle festività nazionali il "Festival Internazionale del Gelsomino". A niente serve scrivere anche delle difficoltà che i coltivatori di gelsomino stanno riscontrando in un Paese che, senza colpo ferire, si sta preoccupando più di ogni altra cosa di respingere e soffocare un fiore. I prezzi sono crollati da marzo, in alcune località e mercati della capitale ne è addirittura stata proibita la vendita. Il Governo si è rifiutato di dare spiegazioni su queste misteriose decisioni, anche alla luce del fatto che gran parte del popolo è stato tenuto all'oscuro di questi moti rivoluzionari. Fiorai sono stati visitati e minacciati da forze di polizia, altrettanti sono stati ufficialmente incaricati di impedire la vendita dei maledetti gelsomini. Fiore al bando con un'informazione latente e latitante. Un gelsomino può impedire davvero il libero flusso di intenti e libertà? Devono essere i popoli a crederci più di ogni altra cosa al mondo, anche per avvallare il realizzarsi di quella nuova primavera umana pensata dal grandissimo Neruda.
Potrebbero interessarti anche :
-
Liberi un giornalista e un attivista dei diritti umani nello Swaziland
-
COSENZA: L’UOMO NOMADE | Peregrinazioni, terre lontane, luoghi, etnie,...
-
Facebook apre una sede regionale per l'Africa a sud del Sahara in Sudafrica a...
-
Il doppio fronte operativo in Afghanistan. Al via “Azm” la nuova offensiva di...
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Da Londra un nuovo test per individuare rapidamente il contagio dal virus...
Un nuovo esame del sangue riesce a rivelare in pochi minuti, invece di ore se non di giorni, se si è contagiati dal virus ebola, perché bastano poche gocce di... Leggere il seguito
Il 27 giugno 2015 da Marianna06
AFRICA, SOCIETÀ, SOLIDARIETÀ -
I molti modi di tagliare la testa
In attesa di sapere se gli attentati di ieri abbiano avuto qualche coordinamento o siano invece frutto di un magmatico mondo arabo che risponde a... Leggere il seguito
Il 27 giugno 2015 da Albertocapece
POLITICA, SOCIETÀ -
L’Egitto al centro della lotta anti-jihadista
Il 16 febbraio scorso il Ministro della Difesa francese Jean-Yves Le Drian si è recato al Cairo per firmare l’accordo per la vendita di una Fregata e 24... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Geopoliticarivista
POLITICA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Sul “mancato arresto” del presidente sudanese
Sudan :::: Enrico Galoppini :::: 26 giugno, 2015 :::: Ha destato sorpresa e sconcerto nei vari ambienti dell’atlantismo il mancato arresto del presidente... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Eurasia
CULTURA, POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Premio Chiara alla Carriera 2015 a Daniel Pennac: lo scrittore francese al Teatr...
E’ stato annunciato questo pomeriggio durante il corso della conferenza stampa il vincitore del Premio Chiara alla Carriera 2015: lo scrittore francese Daniel... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Stivalepensante
SOCIETÀ -
Ipotesi di “gombloddo”
Mettere in dubbio le versioni ufficiali è solo la naturale evoluzione, cui ci abituiamo fin da bambini, del processo mentale per cui non crediamo a tutto quel... Leggere il seguito
Il 26 giugno 2015 da Retrò Online Magazine
ATTUALITÀ, SOCIETÀ