Gestire una compagnia come la Apple, presente in tutto il mondo a livello di vendite, prodotti e negozi, sicuramente può generare alcuni attriti in determinati paesi, perchè è impossibile non avere qualche grattacapo di tanto in tanto, sia a livello di comunicazione che a livello di immagine. Detto questo però, sembrerebbe che la Apple sia nuovamente ai ferri corti con un governo in particolare, ovvero la Cina. Per chi ha la memoria più breve, forse farebbe bene a rileggersi l’attacco mediatico creatosi contro la compagnia di Cupertino a causa delle mancate-e dovute- coperture di garanzia, seguite poi dalle scuse ufficiali di Tim Cook, ma questa volta il CEO avrà avuto nuovamente una smorfia, vedendo che il governo cinese ha trovato un’ulteriore pecca nella Apple e non ha esitato a formulare nuovamente dure critiche. Questa volta però non si parla di garanzie, ma di contenuti pornografici.
Il governo cinese è salito più volte agli onori della cronaca per quanto riguarda le proprie policy in merito alla sessualità e alla sua visione rigida circa tutto ciò che può essere considerato pornografico, anche se più in generale non ha mai mostrato una mentalità troppo “open-minded”, preferendo censurare e bloccare alcuni contenuti e alcuni siti, piuttosto che cercare una mediazione o una qualche forma più diplomatica di dialogo. Recentemente ha inoltre messo in piedi una nuova campagna diretta ad eliminare qualsiasi forma di contenuto pornografico presente in rete, e l’attacco ha subito identificato l’App Store come una possibile fonte di “contenuti pornografici osceni”. Personalmente non riesco a ricordare delle manifestazioni eclatanti di nudo o di contenuti cosiddetti “osceni”, ma a quanto pare è una minaccia piuttosto tangibile per la Cina, tanto da spingere quest’ultima ad intimare alla Apple di provvedere in merito alla rimozione di ogni singolo contenuto offensivo e di sottoporre un rapporto dettagliato in merito ad eventuali violazioni di carattere pornografico. Il tutto ovviamente, seguito anche da una maggiore presa di coscienza su questo aspetto,da osservare in futuro per impedire che si verifichino casi analoghi.
Detto ciò, va anche spezzata una lancia in favore della Apple, dal momento che la compagnia cinese contro la pornografia non ha posto l’accento solamente sull’App Store e sui contenuti, ma anche su quelli di altre compagnie rivali, Android in primis. Se la Apple può avere le sue ragioni nel sentirsi nuovamente sotto pressione dal governo cinese, la Google stessa ha le sue ragioni per scuotere la testa sconsolata visto che quattro anni fa era stata accusata di diffondere contenuti a sfondo pornografico, cosa che si è poi risolta con un “trasloco” della compagnia ad Hong Kong. La Apple dunque si ritrova nuovamente ad osservare la Cina mentre affila i coltelli con intenzioni chiaramente bellicose, sebbene non possa decidere di prendere e andarsene così dal nulla: il mercato cinese rappresenta una parte sostanziale degli interessi economici della Apple, pertanto sarebbe un colpo davvero doloroso quello di precludere le vendite nell’intera Cina. E’ vero che attualmente i rapporti tra il governo cinese e la compagnia di Tim Cook non stanno andando verso una direzione molto incoraggiante, ma è bene ricordarsi che la stampa e i media cinesi in generali, hanno rivisto le proprie posizioni dopo le scuse del CEO Apple, e probabilmente torneranno a mostrarsi alleati- e non nemici- dopo le dovute contromisure che saranno necessarie, così da allontanare ogni “fantasma della pornografia” della mente del governo cinese.