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Cina, Economia Mondiale a rischio

Da Investireoggisicuro

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Oramai non si fa altro che parlare dei danni evidenti provocati dall’euro, la moneta unica europea introdotta nel 2002, e che ha avuto forti ripercussioni sul calo della produzione industriale e del Pil nazionale di paesi importanti come Italia, Francia e Spagna.

Ma ora che i danni sono già stati provocati, andrebbe valutata bene la “convenienza” di questi paesi ad uscire dall’euro, ritornando ad una valuta nazionale.E ‘ probabile che, date le attuali condizioni economiche in cui ci si ritrova, si rischi di produrre ulteriori effetti negativi sull’economia e che alla fine dei conti potrebbero risultare devastanti.

Se poi a tutto questo aggiungiamo che l’intera economia globale è ormai minata da un gravissimo rischio di debacle della Cina, ovvero della seconda potenza economica mondiale, va da sé che è bene andare molto cauti su decisioni così delicate come l’uscita dall’euro.

 

La Cina si trova ormai nella sua fase finale di una enorme bolla del credito, forse peggiore di quella vissuta con la crisi dei mutui subprime in America nel 2008, e che quando scoppierà sarà particolarmente dolorosa per l’intera economia mondiale, in primis per i paesi emergenti asiatici come India (terza economia mondiale) e Indonesia, nonché per i paesi produttori di materie prime come Australia e Sud Africa, oltre che per i paesi europei già deboli strutturalmente come Italia, Francia e Spagna.

(Leggi: Esportazioni Cinese: dati sconcertanti (e i pareri di Nomura e Goldman Sachs)

 

La crescita della Cina si è dimezzata in termini di Pil dal suo massimo del 2011 e il governo cinese fatica a supportare l’attuale forte rallentamento

(Leggi: Cina,Dati Industriali e previsione Pil 2014)

Il dato sul rapporto prezzo medio degli immobili sull’ affitto ha raggiunto l’assurdo valore di quasi 40, mentre in America questo dato raggiunse il valore di 23 prima dello scoppio della crisi immobiliare.

Ma il dato più allarmante è l’enorme esposizione del sistema bancario che è intorno al 20 per cento del pil del paese,e che pare non essere tale solamente perché il debito viene tenuto “nascosto” in investimenti locali mediante società veicolo. Come dire, il problema c’è ma in realtà non si vede, per questo si è cominciato a parlare del sistema bancario ombra cinese.

E se diamo uno sguardo al suo mercato azionario rappresentato dall’ indice delle principali aziende (etf ishares cina large cap), riportato nel grafico, possiamo notare come dai suoi massimi del 2010 il suo trend pare saldamente discendente, con la chiara formazione di massimi e minimi decrescenti, che quindi potrebbe anticipare un peggioramento della crescita cinese. La conferma di questo scenario sarà data dal calo delle quotazioni sotto l’area 60-65 mentre solo ritorni dei prezzi sopra 100 invaliderebbe lo scenario ribassista.Gli amanti dei mercati emergenti sono avvisati, perché il mercato non suonerà le trombe quando deciderà di scendere.

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