Cina, presentato a Milano Huafa Mall

Da Maurizio Picinali @blogagenzie

MILANO, 22 MAR - Una superficie di 100mila metri quadrati dedicata a 180 negozi, ristoranti e centri culturali, con lo schermo a cristalli liquidi più grande al mondo, lungo 340 metri, installato sul soffitto. Sono i numeri dello Huafa Mall, il centro commerciale hi-tech in costruzione a Zhuhai, nella Cina meridionale, che mette a disposizione spazi per i brand del Made in Italy in cerca di una vetrina sui mercati dell'estremo oriente in continua espansione con l'obiettivo di dedicare circa un terzo degli spazi proprio ad aziende italiane. Il progetto - che ha già raccolto l'interesse di un centinaio di marchi italiani - è stato presentato oggi a Milano, capitale italiana della moda e del design, da Huafa industrial share, l'operatore cinese nel real estate che ha investito nel Mall circa 250 milioni di euro. Oltre allo schermo led l'attrazione principale della struttura, che aprirà tra un anno, nel marzo 2014, sarà una superficie di 800 metri quadrati coperta da fontane che danno vita a spettacolari animazioni tridimensionali. Il centro commerciale, uno dei più grandi della Cina meridionale, ospiterà boutique e supermarket internazionali, spazi per i bambini, gallerie d'arte e ristoranti con cucine di tutto il mondo. Proponendosi come un ponte tra le aziende italiane e il mercato cinese - sempre più attratto dalla qualità del Made in Italy - grazie anche alla posizione geografica di Zhuhai. Prima nella classifica delle città cinesi con la più alta qualità della vita, la metropoli si trova a pochi chilometri da Macao e nel 2016 un ponte la collegherà con Hong Kong. "Sono molti i brand italiani che in passato hanno guardato con interesse al mercato cinese, ma spesso la mancanza di budget e la scarsa conoscenza del Paese hanno fatto da freno", ha spiegato Gicomo Gardumi di Keyi business consulting, la società italo-cinese che assisterà le aziende italiane che vorranno accedere agli spazi dello Hafa Mall. "La proposta di Huafa Mall permetterà di contenere i costi iniziali e il rischio imprenditoriale - ha concluso - per consentire a tutti, grandi e piccoli brand del Belpaese, di approdare sul mercato più grande del mondo". (ANSA).22 marzo 2013


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