La Cina è il più grande produttore e consumatore di tabacco al mondo. Su 3 sigarette fumate nel globo 1 viene consumata proprio in questo paese dove si stima vi siano 300 milioni di fumatori. Inoltre, nel 2008 in Cina si sono diagnosticati 2,82 milioni di nuovi casi di tumore e si sono verificati quasi 6 milioni di decessi per cancro.
Attualmente sono dipendenti dal tabacco il 53% degli uomini e solo il 3% delle donne cinesi. Secondo gli attivisti anti-fumo nel gruppo degli uomini i fumatori hanno raggiunto il picco. I Monopoli di stato avrebbero dunque scelto di rivolgersi ad altri target: le donne e addirittura i bambini. Le ragazze cinesi, infatti, stanno diventando sempre più indipendenti, almeno secondo gli standard di lì, e hanno una maggiore disponibilità di denaro. Tutto questo le rende pertanto un bocconcino appetibile per i persuasori cinesi.
Per raggiungere questi nuovi target si stanno adottando strategie di mercato aggressive ed escamotage per aggirare le leggi. Per esempio quella che stabilisce che sul pacchetto di sigarette debbano essere stampati avvertimenti sui rischi del fumo. Il risultato è che le scritte sono realizzate con caratteri minuscoli e spesso in inglese invece che in cinese.
A parte la considerazione sulle donne che quando cominciano a emanciparsi assumono i peggiori comportamenti degli uomini, ora io mi chiedo: Mao Tse-tung, come lo chiamavamo ai tempi miei, si starà rivoltando nella tomba o invece sorride serafico benedicendo l’iniziativa?