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Cina-Zimbabwe / Matrimonio d'interesse

Creato il 26 febbraio 2013 da Marianna06

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Non è un mistero per nessuno la disastrosa situazione economica in cui versa da tantissimi anni un Paese come lo Zimbabwe di Mugabe, per non parlare dell’assenza totale di rispetto dei diritti umani,  nonostante certe poco credibili operazioni di maquillage recenti e nient’ affatto convincenti.

Già da tempo, però, accade e sta accadendo che, in barba agli Usa e a quei Paesi europei come l’Inghilterra, che hanno messo l’embargo allo Zimbabwe, la Cina abbia iniziato alla chetichella un corteggiamento interessato al Paese africano.

Oggi, addirittura, dopo un frettoloso fidanzamento ufficiale, si è giunti ad un  autentico matrimonio di fatto con tanto di fiori, di brindisi e di confetti.

Questo connubio( che non si sa quanto voluto o subìto da Mugabe) consente un investimento cinese in Zimbabwe di ben 10 miliardi di dollari.

 E si sappia che secondo la Banca di sviluppo africana per  poter pensare di risanare  la situazione  laggiù occorrerebbe un investimento di almeno 14 miliardi di dollari.

Ciò significa , conti alla mano, una grande generosità del “dragone”.E anche tanti interrogativi sulle sorti del Paese.

Il finanziamento cinese al Paese verrà erogato nell’arco complessivo di cinque anni.

Esso prevede, come sempre fanno i cinesi, la costruzione di strade, di approvvigionamento idrico e di erogazione di energia tramite l’edificazione di dighe, di sistemi di canalizzazione e di centrali elettriche sul fiume Zambesi. E riguarda, in particolare, la zona occidentale dello Zimbabwe.

Ma ancora più importante, oltre al cementificio che sorgerà a Gweru, è la concessione per lo sfruttamento della miniera di diamanti a Marange, che è uno dei più ricchi dello Zimbabwe.

E, come se non bastasse, è stata data ai cinesi l’opportunità certa di creare ex nihilo su 100 mila ettari di terreno una miniera in grado di offrire 3 milioni di tonnellate di carbone l’anno, una volta andata a regime.

Diciamo che è totale rapina del Paese africano, complice il losco “figuro” di quel despota di Mugabe, che continuerà a lucrare e accrescere il “suo” tesoretto fino all’esalazione dell’ultimo respiro.

E volutamente trascuro la sorte che toccherà agli abitanti del luogo, i quali già sotto il loro despota non godono di diritto alcuno e conoscono molto bene la fame.

Ma peggio certamente sarà con l’arrivo dei tecnici e delle maestranze cinesi, ammesso che essi, nelle mansioni più umili, abbiano l’improbabile ventura di lavorare per loro e con loro a prezzo, senza dubbio, di una misera paga.

E poi, ancora,questo “risveglio” e questa corsa sfrenata all’accaparramento dei diamanti è qualcosa che dà veramente la nausea se si considera che quelle stesse ricchezze potrebbero garantire all’Africa e agli africani autonomia economica e quindi uno standard di vita dignitoso, allontanando il più possibile malattie e morte. E, invece, sono solo causa di guerre, di sopraffazione reciproca e, se ci si specula volutamente, come in questo e molti altri casi, di malavitoso arricchimento indebito.

Mi viene in mente quanto accadde anni fa in Sierra Leone e in Liberia.

E lì i cinesi non c'entravano ancora.

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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