Magazine Cinema
L'iniziativa, ideata da Pier Luigi Raffaelli e Tatti Sanguineti e realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, è erede della mostra Italia Taglia della Cineteca di Bologna.
Mi risulta per una volta piacevole nominare tutti i responsabili istituzionali dietro il progetto: digitalizzare un archivio storico per metterlo a disposizione del pubblico senza alcuna restrizione è qualcosa di a dir poco inusuale nel nostro paese. Chapeau.
La mostra virtuale, oltre a suddividersi in sezioni tematiche – Violenza, Sesso, Religione, Politica: categorie contro cui si scagliava la scure censoria – e a dichiarare i soggetti coinvolti nelle richieste dei tagli da operare alle pellicole – politici e rappresentanti cattolici, soprattutto – ha due sezioni monotematiche dedicate a due registi che hanno avuto molto a che fare con la censura italiana: Pier Paolo Pasolini e Stanley Kubrick.
Il sito presenta infatti un ricchissimo dossier Kubrick che mostra i documenti delle commissioni censura, i ricorsi al TAR dopo sentenze troppo rigide e le revisioni per la trasmissione televisiva di tutte le tredici pellicole.
Particolarmente interessanti sono i documenti relativi al Dr. Stranamore che riportano un primo sottotitolo italiano – "Ovvero: l'arte di restar calmi e adattarsi alla bomba" che era presente anche in uno dei poster pre-uscita – e ad Eyes Wide Shut inizialmente Vietato ai Minori di 14 Anni "per le scene di sesso che possono turbare la sensibilità dei minori" e poi derubricato a Film per Tutti perché viene fatto presente dalla Warner Bros. che si tratta di "un'opera di elevato valore artistico e morale in cui il grande regista Stanley Kubrick affronta i temi, quantomai attuali, dell'inquietudine esistenziale e della crisi dei valori nella società di oggi." La crisi dei valori è sempre il narcotico più potente per i cattolici & co.
Potete finalmente anche leggere tutto il lunghissimo e a tratti surreale carteggio relativo a Full Metal Jacket che anni fa avevo consultato alla sede romana della Direzione Generale per il Cinema. Tra i vari fogli protocollati c'era la lettera autografa di Stanley Kubrick che chiedeva l'abbassamento dell'iniziale divieto ai minori di 18 anni, una lettera che si chiudeva con la più ficcante auto-dichiarazione di intento poetico, buona per l'intera filmografia di Kubrick: "Credo che tutte le persone debbano avere l'opportunità di vedere le cose per quello che sono."
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