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CineAgenzia presenta “Qui finisce l’Italia” un viaggio nel nostro confuso paese, sulle tracce di Pasolini

Creato il 31 gennaio 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Qui finisce l’Italia ripercorre il viaggio di Pier Paolo Pasolini lungo le coste italiane, raccontato in La lunga strada di sabbia.
Presentato allo scorso Festivaletteratura di Mantova, il film è ora in distribuzione.

Dopo il successo nel 2010 della distribuzione del documentario candidato all’Oscar Burma VJ, e mentre si susseguono le proiezioni degli altri film attualmente disponibili, The Yes Men Fix the World, Examined Life e Rachel, CineAgenzia aggiunge un nuovo titolo al suo listino di proposte cinematografiche originali destinate a sale d’essai e circoli del cinema, ma anche a scuole, università, biblioteche, associazioni e istituzioni culturali di ogni genere, e a qualsiasi altro spazio dotato del minimo indispensabile: un videoproiettore e uno schermo.
Qui finisce l’Italia del regista belga Gilles Coton è un road movie che attraversa paesaggi e contraddizioni dell’Italia contemporanea, accompagnato da estratti del diario del viaggio fatto nel 1959 da Pier Paolo Pasolini lungo l’intera costa della penisola, da Ventimiglia a Trieste. Uscito quella stessa estate sulla rivista Successo, La lunga strada di sabbia è stato recentemente ripubblicato da Contrasto, accompagnato da un reportage del fotografo francese Philippe Secliér.
Seguendo lo stesso percorso di Pasolini, nell’estate del 2009 anche Coton si affida ai volti e alle voci che incontra per dare un senso al suo viaggio. Raccoglie così le testimonianze di intellettuali e artisti come Claudio Magris, Massimo Cacciari e Mario Monicelli, di rappresentanti dell’impegno civile come Giuliano e Heidi Giuliani o Mimmo Nasone dell’associazione antimafia Libera, ma soprattutto quelle di tante altre persone, tra cui molti immigrati, protagonisti per eccellenza di nuove possibili riflessioni pasoliniane. Onnipresente il sonoro di trasmissioni radio e Tv, e bastano poche frasi colte nello zapping tra un canale e l’altro, parole che parlano di politica, religione, cronaca, razzismo, sport, a ricordarci di essere costantemente immersi in un rumore di fondo che offusca sguardi e idee.
CineAgenzia rilancia la sua scommessa su un modello di distribuzione cinematografica innovativo, per il cinema documentario in particolare, che superi i limiti del “formato festival” per offrire sugli schermi italiani proposte inedite e flessibili. A maggior ragione diventa importante ritrovarsi, in tempi confusi e difficili come questi, di fronte a film come Qui finisce l’Italia, che fanno appello alla nostra capacità di confronto sulla situazione del paese, di ricerca di un senso coerente con la sua Storia recente, ripartendo da Pasolini.


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