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Cineforum: IL DELITTO MATTEOTTI

Creato il 25 marzo 2015 da Ambrogio Ponzi @lucecolore
Cineforum: IL DELITTO MATTEOTTI
Ritorna a Fidenza il Cineforum con un ciclo di proiezioni intitolato "L'Italia della Resistenza" organizzato dall'ANPI fidentina in coincidenza del settantennale della conclusione della guerra civile. Il ciclo si concluderà proprio il 25 aprile con la proiezione del capolavoro di roberto Rossellini "Roma città aperta". A presentare le singole proiezioni Don Mario Fontanelli. I film proiettati sono di assoluta qualità, da vedere e da rivedere ed allora, come dice Don Mario, buona visione.    Questo il primo film in programma
Sabato 28 marzo 2015, ore 21
Fidenza, Centro Giovanile "Ex-Macello"
Cineforum
"L'Italia della Resistenza"
IL DELITTO MATTEOTTI di Florestano Vancini
Introduzione di Don Mario Fontanelli
INGRESSO GRATUITO

Cineforum: IL DELITTO MATTEOTTI
Il film di Vancini ripercorre e ricostruisce, anche con la minuzia del documentario, la storia dell'assassinio di Giacomo Matteotti da parte dei fascisti. A tratti film d'azione, a tratti più riflessivo, è stato negli anni Settanta il classico film di riflessione storica per le scuole. La ricostruzione d'ambiente è accurata, e la vicenda è raccontata con chiarezza ma senza troppe pesantezze. Un decoroso esempio del "cinema politico" di quegli anni.
Cineforum: IL DELITTO MATTEOTTI
1924, IL DELITTO MATTEOTTI Il 30 maggio 1924 il deputato socialista Giacomo Matteotti pronunciò alla Camera un duro discorso contro il governo, accusandolo direttamente di essere il responsabile dei soprusi che avevano accompagnato tutto il periodo elettorale finanche il giorno delle elezioni. Un discorso che animò il Parlamento e che si concluse con una diretta e inequivocabile richiesta: “Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni”.
Qualche giorno dopo, il 10 giugno 1924, l’onorevole Matteotti fu picchiato e rapito dai fascisti all’uscita della sua abitazione di Roma e poi ucciso; il suo cadavere venne ritrovato solo diverse settimane dopo. Non si seppe più nulla, invece, della sua borsa piena dei documenti che dovevano essere alla base del discorso che il deputato avrebbe dovuto pronunciare alla Camera: le prove della corruzione e dei traffici in cui il fascismo era coinvolto.
La diffusione della notizia ebbe portata europea e urtò violentemente contro le basi del governo  appena costituitosi.
Anche tra i fascisti si aprì una crisi perché l’omicidio Matteotti non solo metteva in cattiva luce i sostenitori del fascismo agli occhi dell’opinione pubblica, ma richiamava l’attenzione sul più generale problema politico italiano. Non furono certamente pochi che iniziarono a porsi domande intorno all’origine del potere assunto dal partito fascista, alla sua legittimità, all’effettiva sicurezza che esso poteva dare o, come aveva promesso, garantire.
Dopo l’assassinio di Matteotti i deputati dell’opposizione decisero di non partecipare più ai lavori del Parlamento (la cosiddetta “secessione dell’Aventino”), ma questa radicale protesta non scalfì il consolidamento del potere del fascismo.
Mussolini chiuse questo caotico periodo con il celeberrimo discorso tenuto alla Camera dei deputati il 3 gennaio 1925, con il quale si assunse “la responsabilità politica, morale e storica” di quanto era avvenuto in Italia negli ultimi mesi, discorso che è ritenuto dagli storici l’atto costitutivo del fascismo come regime autoritario.


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