Cinema Di Stefania Bergo. Solo al cinema, otto film da non perdere in uscita a gennaio, tra remake, musical, adattamenti cinematografici, film storici e tre biopic dedicati a protagonisti indiscussi della musica: Robbie Williams, Bob Dylan (Timothée Chalamet) e la divina Maria Callas (Angelina Jolie).
Il 2025 inizia con tante proposte interessanti in uscita nelle sale italiane. Come il remake di Nosferatu di Murnau del 1922, riportato sul grande schermo da Robert Eggers, o Emilia Pérez di Jacques Audiard, tra musical e polar – tra poliziesco e noir –, già definito dalla critica come «grande cinema che scorre come un fiume in piena». Grande attesa anche per Here di Robert Zemeckis, adattamento cinematografico del fumetto di Richard McGuire, che rivede la coppia Hanks–Wright resa celebre da Forrest Gump.In uscita anche tre film biografici dedicati a protagonisti indiscussi della musica, ognuno nel suo genere.
Maria, di Pablo Larraín, è dedicato a Maria Callas, interpretata magistralmente da Angelina Jolie, candidata come miglior attrice drammatica ai Golden Globe. Lo «straripante ed eccessivo» Better man, del visionario Michael Gracey, ripercorre gli esordi di Robbie Williams, visto come un uomo-scimmia che ha avuto il coraggio di realizzare i suoi sogni. A complete unknown, è invece il biopic su Bob Dylan firmato da James Mangold, sull'ascesa del giovane cantautore nella scena musicale folk degli anni '60, interpretato da Timothée Chalamet, anche lui candidato come miglior attore ai Golden Globe.Interessanti anche due film storici: l'italiano L'abbaglio di Roberto Andò, ambientato nel 1860 durante l'epopea dei Mille in Sicilia, tra dramma e commedia brillante, grazie anche alla presenza di Ficarra e Picone nel cast, e Il bene più prezioso di Michel Hazanavicius, un lungometraggio di animazione che racconta coi tratti del graphic novel la storia di un bambino ebreo allevato da una coppia di poveri boscaioli in un momento estremamente delicato della storia del popolo d’Israele – chiaramente per via del genocidio palestinese – e ci ricorda come ognuno di noi possa finire con l’essere assalito dal tarlo del razzismo e come nessuno possa pensarsene totalmente esente.
Quale vi ispira di più tra questi cinque? Quale vorreste aggiungere a questo elenco?
In ogni caso... Buona visione #soloalcinema!
NOSFERATU
In uscita il 1° gennaioHorror | Fantasy – USA 2024 VM 14
Regia di Robert Eggers
Con Aaron Taylor-Johnson, Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Deppe
Distribuito da Universal Pictures
Un remake di Nosferatu di Murnau del 1922. Eggers torna alla variante più animalesca del vampiro, rileggendone il mito in una chiave sottilmente femminista.
In Germania, a Wisborg, nel 1838, Thomas Hutter, novello sposo della bellissima Ellen, viene inviato dall'agenzia immobiliare per cui lavora, in una remota residenza dei Carpazi. Appena arrivato nella regione è tormentato da incubi e assiste a barbariche pratiche locali, inoltre a portarlo nel castello del conte Orlock arriva una carrozza misteriosamente senza cocchiere. Il conte pretende che lui firmi un contratto in una lingua antica e incomprensibile. Solo troppo tardi Hutter ne scopre la natura di non-morto ma, incapace di contrastarlo, si rifugia nella propria camera. Quando la creatura lascia il maniero per la città, per avvicinarsi a Ellen dalla quale è ossessionato già dall'adolescenza di lei, Hutter rischierà la vita pur di fuggire. Nel mentre Orlock ha scatenato una pestilenza a Wisborg, che gli permette di agire indisturbato. Darà a Ellen tre giorni di tempo per cedere alla sua mortale corte.
Remake dell'omonimo capolavoro di Murnau del 1922, Nosferatu – già rifatto da Herzog avvicinandolo però al romanticismo del Dracula di Stoker – il film di Eggers torna alla variante più animalesca del vampiro, rileggendone il mito in una chiava sottilmente femminista. Formalmente la rilettura di Eggers è impeccabile, riprende il formato dell'immagine dell'originale di Murnau e predilige inquadrature frontali, con sguardo in macchina, che a volte infrange con irruenti stacchi e altre volte invece anima con elaborati movimenti. Tutto è senza sbavature, con il solo limite di una durata dilatata, a fronte invece della sintesi dell'originale, e con poche sorprese: tolta la novità del prologo, il film è esattamente quel che ci si aspetta se si conosce il cinema di Eggers.
BETTER MAN
In uscita il 1° gennaioBiografico – USA 2024
Regia di Michael Gracey
Con Robbie Williams, Jonno Davies, Steve Pemberton, Damon Herriman
Distribuito da Lucky Red
Straripante, eccessivo e immensamente divertente. Un film seducente come il suo protagonista. Il regista visionario Michael Gracey racconta la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di realizzare i suoi sogni: Robbie Williams.
Robert Williams è un bambino timido che vive in una cittadina dello Staffordshire. A 16 anni Robbie entra a far parte della boy band Take That e la sua vita cambia drasticamente, gettandolo in una spirale di successo e assuefazione ad alcolici e droghe. Anche i rapporti con gli altri membri della boy band non saranno idilliaci. E Robbie continuerà ad essere minato da una sindrome dell'impostore che lo perseguiterà per sempre. Solo quando riuscirà a mettere un fermo alla sua vita spericolata riuscirà a trovare una via di salvezza. L'asso nella manica di Better Man è la maestria di Gracey, già regista di The Greatest Showman, nel gestire il registro del musical e gli strepitosi numeri di danza di un film che procede a rotta di collo, con un montaggio velocissimo e un'abilità pirotecnica che supera persino quella del più scatenato Baz Luhrmann. Better Man è esattamente come il suo protagonista: straripante, eccessivo, esagerato, ma immensamente divertente: un tour de force visivo e acustico che ci fa rivivere i successi dei Take That come le grandi performance dal vivo del Willliams solista, senza mai farci dimenticare la dark side di quell'eterno bambino.
Maria, un film di Pablo Larraín. Dopo Jacqueline Kennedy e Diana Spencer, il regista cileno narra con eleganza e riserbo gli ultimi giorni di una Maria Callas brillantemente interpretata da Angelina Jolie.
Biografico – Germania, USA, Emirati Arabi Uniti, Italia 2024
Regia di Pablo Larraín
Con Angelina Jolie, Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Haluk Bilginer
Distribuito da 01 Distribution
In uscita il 1° gennaio
Maria Callas scrive il suo gran finale e si aggiunge alla tribù di donne di Larraín a cui il mondo non smette di chiedere conto.
Il 16 settembre 1977 Maria Callas muore a 53 anni nel suo appartamento di Parigi, dove viveva sola con l'unica compagnia dei fidatissimi Ferruccio, autista e maggiordomo, e Bruna, la domestica. Nella settimana precedente alla morte, e a più di quattro anni dall'ultima performance, la straordinaria soprano greco-statunitense fa i conti con il peso della sua fama, con il ricordo ancora forte del compagno Aristotele Onassis e, forse, con un ultimo tentativo di tornare a calcare i palcoscenici dell'opera, pur indebolita e con una voce nella quale lei per prima non riconosce più il timbro de "la Callas" e delle sue indimenticabili interpretazioni.
Dopo aver visitato Jacqueline Kennedy nei drammatici momenti successivi all'assassinio del presidente suo marito, e Diana Spencer prigioniera in una casa degli orrori reali, il regista cileno aggiunge un'artista al gruppo narrando con eleganza e riserbo degli ultimi giorni di una Maria Callas brillantemente interpretata da Angelina Jolie. Con abile e suggestivo uso di materiali d'archivio uniti alla solita squisita fotografia (una composizione insieme classica e barocca, "graffiata" qua e là dalla camera a mano che gli è cara) Pablo Larraín insegue la sua stella per l'appartamento e posiziona strategicamente quegli inserti lirici che lei non vuole mai (ri)sentire: la Norma, la Traviata, Tosca, che dai più grandi teatri del mondo si insinuano di ritorno in quella casa sull'Avenue George Mandel. Recensione di Tommaso Tocci su mymovies.it
EMILIA PEREZ
In uscita il 9 gennaioCommedia | Musical | Poliziesco – USA, Messico 2024
Regia di Jacques Audiard
Con Zoe Saldana, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz
Distribuito da Lucky Red
Grandissimo cinema che scorre come un fiume in piena. Uno spettacolo tra musical e polar che invita a reinventarsi. L'avvocato Rita dovrà aiutare un boss a cambiare sesso e a ritirarsi dalla sua attività.
Emilia Pérez è un film a misura di Jacques Audiard: smisurato, enfatico, barocco, imprevedibile. Sulla carta, la breve descrizione lasciava forse un po’ perplessi: a Città del Messico un pericoloso narcotrafficante si sogna ‘princesa’ e assolda un avvocato per una missione costosa e assolutamente sorprendente: trovare un chirurgo discreto che ‘corregga’ il suo destino. Il proposito è radicale ma più sottile di quanto sembri. E una canzone di apertura dopo, siamo travolti. Perché Emilia Pérez canta, danza, spara, ama, fa a pugni, arringa, abbatte, si batte, risorge e ripara per due ore e dieci senza tempi morti. È uno spettacolo che si reinventa continuamente, un film pieno e generoso, a fior di pelle, di un’empatia totale, di un humour feroce e un senso consumato del tragico. Si avvita intorno a un doppio conflitto: le due identità di genere del personaggio e i due generi cinematografici, il polar e il musical. Come per il passato maschile di Emilia, Audiard deve liberarsi della gravità del primo per affrontare la levità del secondo. È grande cinema che scorre come un fiume in piena. Di una golosità totale, è un elogio gioioso del primo grado.
HERE
In uscita il 9 gennaioDrammatico – USA 2024
Regia di Robert Zemeckis
Con Tom Hanks, Robin Wright, Paul Bettany, Kelly Reilly
Distribuito da Eagle Pictures
L'adattamento cinematografico del fumetto Here di Richard McGuire. Zemeckis è ancora affamato di vita e firma un'opera malinconica e dolcissima sull'esistenza umana.
Un terreno preistorico, e la casa che sorgerà su quel terreno. Quella casa ospiterà generazioni di famiglie, dagli homini sapiens agli indigeni ai coloni, fino ad un nucleo domestico afroamericano contemporaneo. E nel salotto di quella casa scorreranno vite sempre diverse e sempre uguali, popolate da mariti, mogli, figli, nonni, nipoti. Lo sguardo empatico di Robert Zemeckis li osserva, incastonandoli in rettangoli che scompongono e riproducono la dimensione geometrica del grande schermo, racchiudendo tutti in uno spazio che è a tratti rifugio e a tratti trappola, scrigno fatato e camera mortuaria, luogo di creazione - di arte, di progenie, di speranze - o di quieta implosione e rimpianto, in un film che è una scatola magica, un pop up book e una matrioska dell'esistenza umana. Here è l'opera malinconica e dolcissima di un regista settantenne che è sempre stato affamato di vita. Zemeckis crea la parabola struggente della vita, affrontando anche l'inevitabilità della morte che arriva improvvisa, mai come ce la saremmo aspettata.
L'ABBAGLIO
In uscita il 16 gennaioStorico – Italia 2025
Regia di Roberto Andò
Con Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone
Distribuito da 01 Distribution
Il film, girato tra Palermo e altri luoghi siciliani, è ambientato nel 1860 e si svolge durante l'epopea dei Mille in Sicilia.
1860. Giuseppe Garibaldi inizia da Quarto l'avventura dei Mille circondato dall'entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d'Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l'esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Affida una manovra diversiva al colonnello Orsini, che mette in piedi una colonna di feriti con uno sparuto gruppetto di militi, cui viene affidato il delicatissimo compito di far credere a Jean-Luc Von Mechel, comandante svizzero dell'esercito regio, che il generale stia battendo in ritirata all'interno dell'isola. Inizia così una partita a scacchi giocata sul filo dell'imponderabile, il cui esito finale sarà paradossale e sorprendente.
A COMPLETE UNKNOWN
In uscita il 23 gennaioBiografico, Drammatico, Musicale – USA 2024
Regia di James Mangold
Con Timothée Chalamet, Elle Fanning, Monica Barbaro, Boyd Holbrook
Distribuito da The Walt Disney Company
Un biopic su Bob Dylan firmato da Mangold. L'ascesa del giovane Dylan nella scena musicale folk degli anni '60.
Basato sulla biografia Dylan Goes Electric! di Elijah Wald, il film ripercorre la svolta elettrica nella carriera di Bob Dylan. Il film diretto da James Mangold e interpretato da Timothée Chalamet racconterà in particolare dell'ascesa del giovane Dylan nella scena musicale folk degli anni '60. "Racconteremo un momento straordinario della cultura americana e della vita di Bob", racconta Mangold." Un giovane Bob Dylan, di 19 anni, che arriva a New York con soli 2 dollari in tasca e diventa famoso nel giro di tre anni, prima di essere accolto nella famiglia della musica folk a New York. E poi, naturalmente, ad un certo punto la sua fama cresce. È così incredibile, è una storia vera ed è molto interessante, riguarda un momento incredibilmente affascinante della storia americana".
IL BENE PIÙ PREZIOSO
In uscita il 23 gennaioAnimazione – Francia 2024
Regia di Michel Hazanavicius
Con Jean-Louis Trintignant, Grégory Gadebois, Denis Podalydès, Dominique Blanc
Distribuito da Lucky Red
Un film dall'enorme valore: ricorda come il tarlo della disumanità e del razzismo è sempre in agguato. Una coppia di poveri taglialegna e un dono prezioso. Una neonata sfuggita all'olocausto.
Il Povero Taglialegna e la Povera Taglialegna avevano perso un figlio e non potevano più averne. Fino al giorno in cui la donna, pregando il Dio del treno che passava attraverso i campi, trovò nella neve una neonata avvolta in un telo intessuto anche con fili d’oro. Era la più preziosa delle merci di quel convoglio: gettata fuori dal padre affinché si salvasse. Il film di Hazanavicius (nato in una famiglia ebraica ashkenazita di origini polacche e lituane) grazie a una grafica molto delicata, su cui volutamente contrastano le figure degli esseri umani tutte contornate con evidenza, viene proposto al Festival di Cannes in un momento estremamente delicato della storia del popolo d’Israele ma proprio per questo assume più valore. Ci ricorda cioè come ognuno possa finire con l’essere assalito dal tarlo del razzismo e come nessuno possa pensarsene totalmente esente.
Credits: www.mymovies.it