Recensione del film "ALABAMA MONROE – Una storia d’amore" (di Angela Laugier)
Titolo Originale: The Broken Circle Breakdown
Regia: Felix Van Groeningen
Principali interpreti: Veerle Baetens, Johan Heldenbergh, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg, Nils De Caster,Robbie Cleiren, Bert Huysentruyt, Jan Bijvoet, Blanka Heirman – 100 min. – Belgio 2012.
Film magnifico, che ne ricorda un altro, francese, dal tema simile: La guerra è dichiarata, nel quale la regista raccontava una vicenda terribile, autobiografica. Qui la storia è invece tratta da un testo teatrale, il cui autore e regista è Johan Heldenbergh che di questo film è diventato l’attore principale, nonché l’ottimo sceneggiatore, avendo completamente riscritto per il cinema la sua pièce. E’ stato il film che ha conteso a La grande bellezza l’Oscar di quest’anno come migliore film straniero. Ha tuttavia ricevuto molti prestigiosi riconoscimenti, fra i quali il César, massimo premio cinematografico francese.
Didier (Johan Heldenbergh ) vive nei pressi di Gand, dove è il selvatico proprietario di una grande casa di campagna, che, per diventare un’abitazione confortevole, avrebbe bisogno di essere ristrutturata a fondo. A lui, individualista e un po’ orso, però, importa poco di trasformarla e abbellirla: si accontenta di vivere nella vecchia roulotte parcheggiata davanti a quella dimora: magari meno spaziosa, ma più adatta a lui, visto che si sente a proprio agio solo se immerso nella natura, vicino agli animali e alle piante. Didier si esibisce con successo in un complessino di amici, suonando il banjo e cantando la musica folk americana nota come bluegrass, quella del repertorio di Bill Monroe. L’incontro decisivo della sua vita, però, avviene in città, presso un centro di tatuaggi dove conosce Elise (Veerle Baetens), la bella tatuatrice, che ha inciso sulla propria pelle molti eleganti disegni, grazie ai quali è possibile leggere la sua storia personale, gli amori che sono finiti, di cui ha ricoperto le tracce, nonché le date e i ricordi, di cui ha voluto mantenere la memoria. I due si piacciono da subito e molto: è amore a prima vista e grande passione esclusiva. Arriva poi la gravidanza di Elise, lo sgomento di lui, la ristrutturazione della vecchia casa e la nascita di una bimba bellissima, Maybel, accolta in questo mondo dal complesso dei cantanti folk al gran completo, amici inseparabili della coppia, fra i quali anche Elise, con la sua bellissima voce, si era da tempo inserita. In queste scene, flashback che si snodano lungo tutta la narrazione, si stempera il durissimo addensarsi della tragedia che si abbatte sui due giovani e innamorati genitori: la leucemia di Maybel e la sua successiva e straziante uscita di scena. Il film non è, infatti, costruito secondo una narrazione lineare, ma attraverso l’ intersecarsi continuo dei piani temporali*, che allentando l’atmosfera pericolosamente avviata verso il melodramma cupo e lacrimoso, rendono più sopportabile a noi l’infittirsi di situazioni terribili, che, dopo la morte di Maybel, finiranno per far traballare l’unità della coppia.
Il fatto è che di fronte a una tragedia così grave e inspiegabile, senza un perché plausibile, come la morte di un figlio ancora piccolo e pieno di voglia di vivere, è difficile che l’amore resista come elemento di coesione fra i genitori: avranno la meglio, purtroppo, gli immotivati sensi di colpa, la rabbiosa ed esplosiva disperazione, il desiderio di farsi molto male, nonostante l’amore sia ancora, paradossalmente, in entrambi molto profondo. Il regista fiammingo di questo film, che pure termina con un finale assai tragico (che, naturalmente, non rivelerò), evita le trappole della narrazione strappalacrime, poiché, facendo di continuo riemergere le immagini felici del passato, sposta su queste la nostra attenzione permettendoci la decantazione delle emozioni più violente, cosicché la pellicola mantiene lungo la sua durata una convincente compostezza. Grandissima importanza, a questo scopo, ha anche la bellissima musica folk, che accompagna le sequenze più significative del racconto. Notevole davvero la recitazione dei due attori principali.
*Questo modo della narrazione richiama alla memoria un altro bellissimo film, Blue Valentine, costruito in modo abbastanza simile.
Angela Laugier