Cinema camaleontico al 32º Torino Film Festival

Creato il 17 novembre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Dopo una lunga attesa finalmente è stata rivelata la selezione del Torino Film Festival, edizione targata numero 32. Come al solito il mantra della selezione è film, film e ancora film, quindi scopriamo subito la ricca offerta che vede in totale la presenza (tra la retrospettiva e film in anteprima) di 197 pellicole con ben 45 anteprime mondiali.

Vediamo confermata la presenza in Festa mobile (da sempre la sezione più di richiamo del festival) l’ultima commedia di Woody Allen, Magic in the moonlight, con Colin Firth ed Emma Stone protagonisti di una storia che guarda agli anni venti per parlare di romanticismo con un pizzico di magia. Nella medesima sezione sarà presente anche il duro road movie The rover con Robert Pattison e Guy Pearce, di David Michôd, e l’ultima apparizione del grandissimo James Gandolfini nel dramma criminale The drop, in cui divide lo schermo con Tom Hardy e Noomi Rapace.

Altra succulenta anteprima, dopo una peregrinazione in moltissimi festival, sarà La scomparsa di Elenor Rigby sia nella versione Lui che Lei. Curiosissimo esperimento narrativo, i due film di Ned Benson raccontano della separazione di una coppia volgendo lo sguardo prima focalizzandosi sul punto di vista solo di lui (James McAvoy) che poi quello solo di lei (Jessica Chastain). Saranno inoltre presenti le anteprime nazionali anche dei film di due attori-registi che hanno riscosso notevole successo nell’ultimo Festival di Cannes come The Homesman, western di e con Tommy Lee Jones, e La chambre blue, tratto dal romanzo di Simenon con Mathieu Almaric dietro e davanti la macchina da presa. Festa mobile è inoltre la sezione che porta sia il film d’apertura che quello di chiusura, rispettivamente il campione d’incassi francese Gemma Bovery di Anne Fontaine e Wild di Jean-Marc Valleé, che dopo il trionfo di Dallas buyers club porta l’oscarizzabile Reese Witherspoon nelle terre selvagge del deserto del Mojave.

E gli italiani? Come al solito il TFF mostra un occhio di riguardo per la produzione nostrana inserendo in concorso (ricordiamo che è aperto alle opere prime, seconde e terzi) Frastuono di Davide Maldi, film di due ragazzi alla ricerca di un posto nel mondo attraverso il potere della musica, e il riflessivo N-Capace di Eleonora Danco. Ad essere presente inoltre a Festa mobile è il nuovo film da regista di Michele Placido, Prima di andar via, e l’anteprima de Ogni maledetto Natale, l’anti film natalizio dei geniali creatori di Boris.

Ma a risaltare di più quest’anno è la presenza di una nuova sezione, Diritti & rovesci in cui vengono presentati cinque piccoli film diretti e co-diretti da registe donne. Il viaggio di Marco Cavallo (di Erika Rossi e Giuseppe Tedeschi), Let’s go (Antonietta De Lillo e Giovanni Piperno), Triangle (Costanza Quatriglio), Qualcosa di noi (Wilma Labate) e Per tutta la vita (Susanna Nicchiarelli).

Torna anche la sezione più borderline dedicata agli amanti del genere di After hours con il suo carico di horror, fantascienza e thriller. Quest’anno verrà dedicato un focus a Giulio Questi, mentre tra le anteprime spiccano l’interessante dramma cannibale We are what we are, Cold in july, da un racconto di Landsdale con protagonista Michael C. (Dexter) Hall e l’ultima fatica del regista culto Sion Sono, Tokyo tribe.

Ma se vi voleste invece vedere qualche buon film del passato? Ecco allora la seconda parte della retrospettiva dedicata alla New Hollywood. Una selezione di pellicole che raccoglie non solo vere e proprie icone del cinema, come Il laureato e Lo squalo, ma dà inoltre la possibilità di riscoprire, e rivedere sul grande schermo, perle che altrimenti il tempo rischierebbe di far dimenticare, come la Corsa di Jericho di un giovanissimo Michael Mann oppure il documentario musicale di Martin Scorsese, L’ultimo valzer.

Insomma come non mai la trentaduesima edizione del Torino Film Festival si prospetta esser camaleontica e ricca di diverse prospettive che puntano però tutte al medesimo punto, al cinema; quasi come lo specchio rotto del manifesto, firmato da Jerry Schatzberg, suggerisce. Il lavoro svolto da Emanuela Martini sembra esser molto promettente, passata da vice di Nanni Moretti, Gianni Amelio e Paolo Virzì a neo direttrice. Sulla carta sembra rinnovare un concorso che mostra una varietà maggiore di stili e generi, ma contemporaneamente conferma l’abitudinaria natura di ricerca del festival con la presenza di TFF Doc, Onde e la rampa di lancio per giovani talenti del Torino Film Lab.

Tanta, forse addirittura troppa, l’offerta per chi ama il cinema e non solo, ma forse è proprio questa la vera forza del TFF.

di Massimo Padoin per Oggialcinema.net


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