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Cinema: escluso dagli Oscar “Non essere cattivo”. L’Italia tifa “Il labirinto del silenzio”

Creato il 18 dicembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Il film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari è stato escluso dalla decina di film in lingua straniera selezionati per gli Oscar. Indirettamente, però, il nostro Paese potrebbe sentirsi rappresentato dal film tedesco “Labyrinth of Lies” del regista Giulio Ricciarelli, nato a Milano il 2 agosto 1965, ma cresciuto e da sempre attivo in Germania.

Il trailer di “Non essere cattivo”, l’ultimo film di Claudio Caligari. Dall’8 settembre al Cinema

I candidati che hanno passato la selezione. Oltre a “Labyrinth of Lies” hanno superato la selezione il belga “The Brand New Testament” di Jaco Van Dormael, il colombiano “Embrace of the Serpent” di Ciro Guerra; il danese “A War” di Tobias Lindholm, il finalndese “The Fencer” di Klaus Haro, il francese “Mustang” di Deniz Gamze Erguven, l’ungherese “Son of Saul” di Laszlò Nemes, l’irlandese “Viva” di Paddy Breathnach ed il giordano “Theeb” di Naji Abu Nowar.

L’Italia, ufficialmente esclusa dalla corsa agli Oscar con “Non essere cattivo” di Claudio Caligari, si ritrova a fare il tifo per una pellicola diretta da un regista milanese ma tedesco d’adozione, Giulio Ricciarelli, che con il suo “Il labirinto del silenzio”, in uscita in sala il 14 gennaio con Good Films, è tra i nove film ancora in lizza per gli Oscar 2016 come miglior Film Straniero. Un pezzo d’Italia corre dunque per l’Oscar anche se il film del regista milanese (ma tedesco d’adozione) rappresenta agli Oscar la Germania. La storia è ambientata alla fine degli anni ’50, quando i crimini di Auschwitz commessi durante la Seconda Guerra Mondiale sembrano rimossi dalla memoria collettiva e ignorati dalle istituzioni tedesche.

La trama de “Il labirinto del silenzio”. Un giovane pubblico ministero, con l’aiuto di un giornalista, s’imbatte in alcuni documenti che permettono di avviare il processo contro i membri delle SS che hanno commesso crimini nei campi di concentramento. La storia, basata su fatti reali, racconta gli sforzi di questo giovane uomo per rompere la coltre di silenzio e assicurare i responsabili alla giustizia. Sullo sfondo di eventi realmente accaduti, “Il labirinto del silenzio” getta uno sguardo molto personale e particolare sullo stile di vita degli anni del “miracolo economico” tedesco, l’era delle sottogonne e del rock’ n’roll, in cui le persone volevano solo dimenticare il passato e guardare avanti. Il film racconta un capitolo poco noto di quegli anni, che ha cambiato il modo in cui la Germania guardava al suo passato. Giulio Ricciarelli, milanese di nascita e tedesco d’adozione, dirige qui Alexander Fehling (“Bastardi senza gloria”, “Goethe!”, “Homeland”) nel ruolo del giovane pubblico ministero Johann Radmann. Assieme a Fehling, un grande cast di giovani attori, tra cui Andrè Szymanski nel ruolo del giornalista Thomas Gnielka, Friederike Becht in quello della ragazza di Radmann, Johann von Bulow, il collega procuratore che lo assiste, Johannes Krisch nella parte di Simon Kirsch; e la leggenda del teatro Gert Voss nella parte del Pubblico Ministero Generale Fritz Bauer, la forza trainante dietro ai processi di Auschwitz. (AGI)


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