di Elena Vastola
Fuori c’è la nebbia e tra un po’ potrebbe piovere... Sì, è arrivato l’autunno e finalmente inizia la stagione dei grandi film al cinema. Quest’anno la mia stagione inizia in maniera insolita, con un film di fantascienza in 3D, Gravity di Alfonso Cuarón.
Gravity racconta l’avventura della dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) e dell’astronauta Matt Kowalsky (George Clooney), che si trovano in missione nello spazio – per lei è la prima, per lui l’ultima – quando qualcosa va storto. Durante dei lavori di riparazione sul telescopio Hubble, vengono colpiti dai detriti di un satellite, che compromettono gran parte delle attrezzature. Inizia così un travagliato viaggio verso la stazione più vicina.Mentre i due vagano nello spazio, si scopre che la dottoressa Ryan ha perso la figlia e da quel momento è chiaro che il destino della protagonista sarà legato alla sua capacità di fare i conti con quell’evento. E dovrà farlo da sola, mentre osserva il suo compagno andare lentamente alla deriva. Kowalsky che si allontana lentamente dalla Stone diventa presto la metafora delle tante cose e persone che ci sfuggono durante la vita e che spesso ci intestardiamo a inseguire. Il punto è che, mentre rimuginiamo il passato e ci lasciamo trasportare dagli eventi, ci precludiamo nuove possibilità. Così, è solo quando lascia andare Kowalsky (e la figlia perduta), che la dottoressa riesce davvero a lottare per sopravvivere. Ce la farà? Ritroverà il suo compagno d’avventura nello spazio? Il film da questo punto di vista è ben riuscito, perché la tensione rimane alta fino alla fine e lo spettatore rimane assillato da queste domande. Merito anche del 3D, che non amo particolarmente, ma che in questo caso è stato suggestivo.
Al contempo, questo mi è parso essere anche il lato debole del film. Proprio perché il film sottolinea aspetti per così dire psicologici, ci si sarebbe aspettati personaggi più approfonditi e, soprattutto, una sceneggiatura più convincente; invece, in alcuni momenti risulta un po’ banale e a tratti persino stucchevole.