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Cinema Italiano I Love You - Almost blue (2000)

Creato il 24 gennaio 2016 da Babol81
Cinema Italiano I Love You - Almost blue (2000)
Prima che venissimo colpiti da una serie di lutti invernali (ciao ciao Bowie, Rickman e Scola...) con l'ormai mitico gruppetto di Blogger avevamo pensato di ricordare all'Italia l'esistenza di un cinema nostrano carino e disimpegnato ma non necessariamente legato a quell'attore il cui cognome fa rima con "orgoglione". Siccome però tutti i film che volevo vedere li avevo già recensiti temo di aver commesso un clamoroso autogol che, più che spingere i lettori ad amare il cinema italiano recente, li allontanerà ancora di più: ho infatti scelto di guardare Almost Blue, diretto e co-sceneggiato nel 2000 dal regista Alex Infascelli e tratto dal romanzo omonimo di Carlo Lucarelli. ENJOY!
Cinema Italiano I Love You - Almost blue (2000)
Trama: L'ispettrice Grazia Negro, esperta informatica, riesce a ricondurre alla mano di un singolo assassino una serie di omicidi irrisolti commessi a Bologna, anche grazie all'aiuto di un ragazzo cieco. Il killer però si sente braccato e comincia ad avvicinarsi pericolosamente ai due...


Cinema Italiano I Love You - Almost blue (2000)
Sono passati 16 anni eppure ricordo ancora molto bene il battage pubblicitario che si era creato attorno ad Almost Blue, tratto da un romanzo all'epoca abbastanza famoso e diretto da un regista giovane e promettente come Alex Infascelli (che fine ha fatto poi? E' sparito? Non mi fate andare a Chi l'ha visto?, eh!), così come ricordo di essere corsa al videonoleggio appena la cassetta era diventata disponibile e di averlo visto almeno un paio di volte. Ad attirarmi erano stati sicuramente il trailer e la locandina, nei quali spiccava l'inquietante figura del killer glabro interpretato da Rolando Ravello e i suoi terrificanti occhi, non a caso ancora oggi gli elementi che spiccano maggiormente all'interno del film, oltre al titolo inusuale per una produzione italiana, "profumato" di esotico e legato ad una bella canzone di Chet Baker. All'epoca poi avevo apprezzato il piglio "acido" della regia di Infascelli, la scelta intelligente di non mostrare mai il killer per intero o in viso se non poco prima del finale, la soggettiva non solo visiva ma anche uditiva dell'assassino, l'abbondanza di scene splatter e delle prospettive che richiamavano lo stile di Dario Argento; tuttavia, qualche giorno fa mi sono resa conto che ricordavo poco altro di Almost Blue e mi sono stupita, decidendo così di ripetere la visione a distanza di quasi vent'anni. Diciamo che l'interpretazione di Ravello e la regia di Infascelli continuano a risultarmi gradite, così come l'idea di basare la trama su un killer capace di cambiare letteralmente pelle oppure la palese fascinazione di Lucarelli e degli sceneggiatori verso un mondo allora sconosciuto e potenzialmente pericolosissimo come quello delle chat (il terminale usato all'inizio dall'assassino è praticamente un pezzo d'antiquariato, certi discorsi oggi risultano di un'ingenuità incredibile!), per il resto bisognerebbe stendere un velo pietoso.
Cinema Italiano I Love You - Almost blue (2000)
Come spesso accade, ciò che affossa una produzione nostrana coraggiosa (o meglio: OGGI sarebbe coraggiosa, in quegli anni la scena thriller-horror italiana stava morendo ma boccheggiava ancora tenacemente) e di genere come Almost Blue si può riassumere essenzialmente in due difetti fatali: attori cani e dialoghi pessimi. Almost Blue funziona quando la musica di Chet Baker e quella dei Massimo volume la fanno da padrone, quando le immagini scorrono violente e schizofreniche sullo schermo e il terrore di trovarsi alle spalle il terribile killer trasformista diventa palpabile ma appena i personaggi aprono bocca viene voglia di sventrarli. Indolenti, noiosi, sciocchi, sciapi: i poliziotti rappresentati in Almost Blue sono la quintessenza del mollo, vagano per lo schermo scazzati e litigiosi, con gli attori costretti ad immedesimarsi in ruoli da "duri" connotati solo dallo spreco di sigarette e da una generale incapacità di sorridere; la protagonista Grazia Negro è donna "con le palle" solo nel momento in cui non è impegnata a sbavare ai piedi del suo superiore oppure ad innamorarsi (ma perché poi? Vi siete parlati due volte, che vada bene...) del povero cecato interpretato da un giovanissimo ed incolore Claudio Santamaria e, di fatto, ha il carisma e il sex appeal di una mutanda di ghisa. Essendo un film ambientato in Italia c'è poi un utilizzo spropositato di accenti dialettali ma il problema di questo abuso tipicamente nostrano è l'incapacità degli attori di coniugare l'accento regionale alla capacità di recitare senza dare l'idea di leggere da un gobbo dialoghi improbabili che nessuno si sognerebbe mai di riportare nella realtà. Si salva, come ho detto, solo Rolando Ravello, forse perché dice due frasi in tutto il film o forse perché è l'unico personaggio con una connotazione vagamente interessante, chissà. Sta di fatto che ho scelto proprio il film peggiore per celebrare il cinema italiano ma almeno ora, siccome scripta manent, sono sicura che non riguarderò Almost Blue una quarta volta!
Cinema Italiano I Love You - Almost blue (2000)
Il giorno celebrativo del cinema italiano non è mica finito, date un'occhiata a questi link:
Solaris: Io sono l'amore
White Russian: Non essere cattivo
Pensieri Cannibali: Non essere cattivo
Director's Cult: Il volto di un'altra
Mari's Red Room: Shadow
Non c'è paragone: Basilicata Coast to Coast
In Central Perk: Maicol Jecson
Delicatamente perfido: Italiano medio

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