ANNA KARENINA - Recensione di Angela Laugier
Regia: Joe Wright
Principali interpreti: - Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly MacDonald, Matthew MacFadyen, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Olivia Williams, Emily Watson,Holliday Grainger, Michelle Dockery, Alexandra Roach, Bill Skarsgård, Eros Vlahos, Raphaël Personnaz, Kenneth Collard, Tannishtha Chatterjee, Kostas Katsikis, Emerald Fennell, Hera Hilmar, Max Bennett, Guro Nagelhus Schia – 130 min. – Gran Bretagna 2012 -
Nel film, pertanto, si parla molto dell’adulterio di lei, ma poco delle sue complesse e contraddittorie inquietudini, cosicché l’immagine della donna, pur con le già menzionate novità, non si discosta troppo da quella di molti stereotipati racconti cinematografici precedenti. Il secondo tema, sviluppato dal romanzo, risulta, in ogni caso, molto schiacciato dal primo e ha come protagonista Levin, amico d’infanzia di Stiva,fratello di Anna.
Il giovane Levin è presente a una festa danzante, durante la quale inutilmente spera di ottenere la mano di Kitty, umiliata e offesa dal ballare scandaloso e interminabile di Anna con Wronskij, col quale avrebbe dovuto fidanzarsi. Levin si allontana velocemente e alquanto disgustato e, appena fuori, si imbatte nella cruda e ingiusta realtà del fratello miserabile e malato, che vive con la giovane ex prostituta che lo cura, nel disprezzo generale. A questa realtà fatta di dolore, di fame e di degrado, Levin intende allora dedicarsi con tutto se stesso, per combatterla e per riportare, almeno dentro la sua proprietà agricola, quei principi di giustizia e di uguaglianza che soli possono giustificare il possesso della terra, trovando in Kitty, che finalmente riesce a sposare, una tenace e convinta alleata. Nella realtà della campagna nessuno recita: tutti, proprietari compresi, partecipano col loro lavoro al progetto di rigenerazione sociale del quale sono pienamente convinti. Qui, allora, il film viene girato all’aria aperta, nella bellezza della campagna, dato che la vita secondo natura è incompatibile con l’artificio e non conosce menzogne, perbenismi, tradimenti.
Il film tenta, perciò, una operazione culturale complessa, cercando di avvicinare gli spettatori ai temi più interessanti del pensiero tolstoiano. Che il regista ci sia sempre e pienamente riuscito è da discutere. Lo spettacolo si vede, comunque, volentieri e può avere una funzione propedeutica, per chi non conosce ancora il romanzo che è, in ogni caso, di una ricchezza straordinaria e perciò da leggere, rileggere e meditare. Un cast di ottimi attori, ben diretti da Joe Wright, riesce a coinvolgere il pubblico che è molto numeroso, almeno qui a Torino.
**rifiutando la realtà più prosaica della vita quotidiana e non accettando la routine simile a quella matrimoniale, Anna, nel romanzo, diventa una donna possessiva, sospettosa, gelosa non solo di eventuali rivali, ma della vita stessa di Vronskij, rendendosi odiosa ai suoi occhi e rendendogli odiosa anche la casa-gabbia dorata in cui si sente intrappolato.
Angela Laugier