“L’arte deve essere libera”. È un appello forte quello di molti registi italiani hanno firmato sul quotidiano La Repubblica si rivolgono al ministro della Salute Beatrice Lorenzin che vuole cancellare le sigarette anche nella fiction e nei film. Arriva la smentita da parte del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ribadisce di non aver nessuna volontà di vietare il fumo sui set, ma spiega: “Mi piacerebbe fare un ragionamento culturale con chi fa fiction e prodotti mirati per i teenager, per una sensibilità che porti ad aiutare nella prevenzione. Dunque l’arte alleata della prevenzione per salute dei minori”.
Uma Thurman, con la sigaretta in mano ne il film “Pulp Fiction” (picniccinema.co.uk)
L’idea di vietare l’uso del fumo nei film italiani, ma anche in ulteriori spazi fisici. E’ da alcune settimane che circola un’idea, che potrebbe definirsi come una nuova proposta normativa: a quanto pare, nata da un gruppo di oncologi insieme al Codacons, e ripresa dal Ministro Lorenzin, si auspicherebbe di controllare, limitare o addirittura vietare l’uso del fumo delle sigarette dei personaggi dei film italiani. Questo provvedimento paventato, però, viene associato ad una serie di altri legittimi interventi indirizzati a contenere il danno del fumo negli spazi fisici: litorali, spiagge, auto con bambini a bordo.
L’appello dei registi italiani contro il divieto di fumo nei film e nelle fiction. “Legittimi gli interventi per contenere il danno nelle auto con bambini a bordo o nelle spiagge”, dicono scrivono Niccolò Ammaniti, Francesca Archibugi, Roberto Cicutto,Umberto Contarello, Saverio Costanzo, Nicola Giuliano,Filippo Gravino, Daniele Luchetti, Mario Martone, Andrea Molaioli, Antonio Monda, Enzo Monteleone, Gabriele Muccino, Domenico Procacci, Andrea Purgatori, Ludovica Rampoldi, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino,Riccardo Tozzi, Paolo Virzì. “Ma che senso ha limitare le azioni di un personaggio immaginario? L’espressione artistica non ha la missione di educare”.
Arte alleata della prevenzione per la salute dei giovanissimi italiani. “Non ho mai detto che il fumo debba essere vietato nei film – ha chiarito il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, dopo “aver letto la garbatissima lettera dei registi” sull’ipotesi di limitare o vietare le sigarette in fiction e film - Un aspetto che preoccupa, però, sono le immagini vincenti di minori che si drogano, bevono alcol o fumano. Quindi nessun divieto, ma mi piacerebbe fare un ragionamento culturale con chi fa fiction e prodotti mirati per i teenager, per una sensibilità che porti ad aiutare nella prevenzione. Dunque l’arte alleata della prevenzione per salute dei minori”. Quello di alleata della prevenzione “è un ruolo che l’arte, quando vuole, può ricoprire. Ovviamente – ha precisato con un sorriso il ministro – non faccio la sceneggiatrice, ma il ministro. Posso solo lanciare inviti perché di certi temi si parli. Ma poi si può decidere liberamente, ad esempio quando si realizza un’opera rivolta ai minori, di usare anche delle immagini positive. Fermo restando – conclude – che in Italia è vietata la pubblicità occulta”.
Anche l’Anica si unisce all’appello dei registi. All’appello si unisce anche l’Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali). “Non può esserci un nesso tra il comportamento delle persone e il racconto” dice Francesca Cima, presidente della Sezione distributori Anica. ”Autori e registi – hanno scritto dall’Associazione 100autori - hanno solo una missione che è quella di proporre nuove storie, idee e sguardi per raccontare il nostro paese. Che è anche l’unico modo per far crescere e rafforzare quella industria dell’immaginario dove ogni spettatore possa ancora meravigliarsi, stupirsi, scoprire quello che non sa e prendere le distanze da modelli di comportamento che non condivide, proprio perché ha la possibilità di vederli rappresentati”. Per questo 100autori “invita il governo a fare subito un passo indietro su un disegno di legge che potrebbe limitare il racconto della vita dei personaggi, violando quella libertà di espressione che è alla base della nostra vita democratica”. (ADNKRONOS)