Cinema - "Le regole del caos" (Recensione di Angela Laugier)

Creato il 21 giugno 2015 da Tafanus

Recensione del film "Le regole del caos" (di Angela Laugier)

Titolo originale: A little Chaos

Regia: Alan Rickman

Principali interpreti: Kate Winslet, Matthias Schoenaerts, Alan Rickman, Stanley Tucci, Helen McCrory, Steven Waddington, Jennifer Ehle, Adrian Schiller, Danny Webb, Pauline Moran, Morgan Watkins, Henry Garrett – 112 min. – Gran Bretagna 2014.

E’ un elegante film in costume, non privo di spunti interessanti, questo lavoro del regista-attore inglese Alan Rickman, che ricostruisce con accuratezza e attendibilità storica le vicende che portarono  alla sistemazione complessiva dei giardini della reggia di Versailles, affidati all’architetto André Le Notre (nel film diligentemente interpretato da Matthias Schoenaerts), uomo di fiducia di Luigi XIV. La vastità dello spazio da sistemare,  secondo lo schema che sarebbe diventato in seguito quello del giardino alla francese, privo di terrazzamenti e organizzato in modo da consentirne una prospettica e razionale visione d’insieme con fontane, aiuole, padiglioni, sculture corsi d’acqua e colori (le sabbie utilizzate nei parterres de broderie), richiese la collaborazione dei migliori giardinieri paesaggisti dell’epoca che, sotto la direzione di Le Notre, impegnarono la loro esperienza e la loro creatività per realizzare quegli spazi esterni alla reggia di grande importanza nel progetto di organizzazione del consenso della nobiltà intorno all’assolutismo del sovrano. Si trattava, infatti, degli spazi per le feste, i banchetti, le danze… Per allestire una pista riservata al ballo vinse la gara una paesaggista dell’epoca, la bella Sabine de Barra (nel film ottimamente interpretata da Kate Winslet), giovane donna, vedova in seguito a un incidente di carrozza in cui aveva perso il marito e la figlioletta. Ora Sabine si presentava al severo giudizio dell’architetto Le Notre, speranzosa di suscitarne l’interesse con un innovativo progetto, forse anche un po’ scandaloso per l’epoca, tanto era lontano dal classicismo razionalistico degli altri manufatti: un anfiteatro, immerso nel bosco circostante, di pietre e conchiglie, le rocailles, i cui gradini erano resi scintillanti dal gioco delle luci provocato dallo scorrere dell’acqua a circuito chiuso. Uno dei luoghi più suggestivi di quei meravigliosi giardini, Le Bosquet des Rocailles, dunque, nasceva grazie al lavoro difficile di una donna fantasiosa che avrebbe imposto con determinazione il suo punto di vista  “irregolare”, non solo a Le Notre, ma anche al diffidente Luigi XIV.

Il film, però, non ci racconta solo questo, ma ci parla anche della relazione amorosa fra André Le Notre e Sabine, delle gelosie della moglie di lui, dei suoi agguati contro la rivale: un po’ di pettegolezzi, insomma, conditi con qualche scena melò, che non intaccano però il valore storico del film, l’eleganza dei suoi colori, la sobrietà della narrazione, di cui è quasi emblematico anche il fastidio per gli orpelli e le parrucche, che sovrano e cortigiani si levano appena possibile.

Angela Laugier


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