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Cinema: recensione del film western danese “The Salvation”

Creato il 21 giugno 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Ivana Mette per “storiadeifilm.it“) - Un film di Kristian Levring, con Mads Mikkelsen, Eva Green, Jeffrey Dean Morgan, Eric Cantona e Jonathan Pryce. E’ uscito nelle sale cinematografiche italiane l’11 giugno scorso.

Nel 1871, tra colonizzatori e fuorilegge, l’immigrato Danese Jon (Mads Mikkelsen) sta attendendo da anni di portare in America sua moglie e il figlio di dieci anni. Ma quando finalmente loro riescono a raggiungerlo cadono vittime di un crimine orribile. Distrutto dal dolore e dalla disperazione Jon uccide il responsabile. Ma l’assassino che Jon ha ucciso è il fratello dello spietato colonnello Delarue (Jeffrey Dean Morgan), un bandito che terrorizza il villaggio di Black Creek e che è disposto a tutto per vendicare l’assassinio di suo fratello. Tradito e isolato dalla comunità, Jon è costretto a trasformarsi da uomo per bene, onesto e pacifico, in guerriero fuori legge solitario, per salvare il villaggio e trovare pace.

Nonostante il suo grande amore per i western, Kristian Levring, non riesce proprio ad onorare il genere e i grandi maestri del passato a cui professa di ispirarsi. Nell’intento di realizzare un prodotto che sia un tributo al classico wester americano, il regista si ritrova ad avere fra le mani un film che, pur presentando elementi che lo avvicinino all’intento registico, si presenta più come un B-movie di terza categoria, oltretutto non rendendo onore ai grandi attori presenti al suo interno, primo fra tutti Mads Mikkelsen. Seppur sia, quest’ultimo, un attore eccellentemente versatile ed eccelso in ogni suo ruolo, qui è corretto evidenziare il fatto che la sua prestazione non sia delle migliori. Non tanto per mancanza di bravura o di spirito di adattamento ad un genere di personaggio, quanto per il fatto che è proprio il personaggio in se, nel come è stato costruito e fatto in qualche modo, seppur in maniera blanda, sviluppare e nella poca prestanza attoriale che richiedeva, a non permettergli di mettere in scena le sue doti camaleontiche. Inutile aggiungere che la storia non è una novità.

Si, il film vuole essere un tributo, e si, i western classici erano più che altro, se non tutti, storie di vendetta, di perdita e di riconquista, ma sta di fatto che, richiedendo al cinema contemporaneo un avanzamento rispetto ai canoni del passato, ormai obsoleti, sarebbe stato meglio godere di una storia che, per quanto banale, avesse uno spirito suo, fosse coinvolgente e adrenalinica, di tensione ed ansia. Invece, ciò che gli occhi sono costretti a guardare, è uno sviluppo narrativo al quanto… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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