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Cinema: recensione di “Viva la Sposa”, l’essere umano di Celestini fragile e contraddittorio

Creato il 10 settembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Giulia Bramati per “storiadeifilm.it“) – “Viva la Sposa” è un film di Ascanio Celestini, con Ascanio Celestini, Alba Rohrwacher, Salvatore Striano, Francesco De Miranda e Veronica Cruciani. Il film è stato presentato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione “Giornate degli Autori”.

(cineblog.it)

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Ni­co­la tra­scor­re le sue gior­na­te al­ter­nan­do sam­bu­ca e birra al bar del quar­tie­re. Dopo aver in­ve­sti­to un uomo che truf­fa­va le assicurazio­ni si­mu­lan­do in­ci­den­ti, ini­zia un viag­gio on the road per le vie del quar­tie­re, in­con­tran­do una serie di stra­va­gan­ti per­so­nag­gi, ognu­no con una sto­ria da rac­con­ta­re.

“Come ero buffo quan­do ero un uomo in carne e d’os­sa, come sono con­ten­to di es­se­re di­ven­ta­to un bu­rat­ti­no di legno�”. Ini­zia così il nuovo stra­va­gan­te film di Asca­nio Ce­le­sti­ni, can­ta­sto­rie e sognato­re, che offre una di­sil­lu­sa vi­sio­ne sul­l’I­ta­lia, gio­ca­ta su me­ta­fo­re e al­le­go­rie. Giun­to alla sua se­con­da espe­rien­za ci­ne­ma­to­gra­fi­ca dopo La pe­co­ra nera� (2010), Ce­le­sti­ni con­fer­ma il suo in­di­scu­ti­bi­le ta­len­to nella nar­ra­zio­ne, met­ten­do in scena la sto­ria di Ni­co­la, un qua­ran­ten­ne al­co­liz­za­to senza fissa di­mo­ra che tra­scor­re le sue gior­na­te tra il bar del quar­tie­re e un vec­chio fur­gon­ci­no.

Viva la sposa� è un im­pro­ba­bi­le on the road, in cui la stra­da però è a fondo chiu­so e non è pos­si­bi­le tro­va­re una via di usci­ta. Il pro­ta­go­ni­sta non è un vin­cen­te, ma al con­tra­rio un fal­li­men­ta­re di­sil­lu­so che non rie­sce nean­che più a cre­de­re ai suoi stes­si rac­con­ti. Nel corso del film, in­con­tra nu­me­ro­si per­so­nag­gi, ognu­no in­se­ri­to in una tra­gi­ca real­tà, rac­con­ta­ta però con gran­de leg­ge­rez­za. Ce­le­sti­ni mo­stra, per esem­pio, la cru­del­tà dei pe­stag­gi in ca­ser­ma da parte degli agen­ti la­vo­ran­do sem­pli­ce­men­te sul so­no­ro, de­nun­cian­do in pochi fo­to­gram­mi la dif­fi­col­tà nel sov­ver­ti­re un si­ste­ma in cui la pa­ro­la del po­li­ziot­to non può es­se­re smen­ti­ta.

Il gran­de me­ri­to del re­gi­sta è quel­lo di es­se­re riu­sci­to a in­se­ri­re temi so­cia­li com­ples­si al­l’in­ter­no della lo­gi­ca della nar­ra­zio­ne: i pro­ble­mi del­l’I­ta­lia non ven­go­no elen­ca­ti in una lo­gi­ca pro­pa­gan­di­sta, ma di­ven­go­no parte in­te­gran­te del rac­con­to. Così le sto­rie di Sofia (Alba Rohr­wa­cher), so­gna­tri­ce di­sil­lu­sa, Anna (Ve­ro­ni­ca Cru­cia­ni), pro­sti­tu­ta sot­to­mes­sa ai ca­pric­ci e alle re­go­le del suo pro­tet­to­re, e Sasà (Sal­va­to­re Stria­no), fi­glio di un truf­fa­to­re che a sua volta so­prav­vi­ve truf­fan­do le as­si­cu­ra­zio­ni, di­ven­go­no un mezzo per par­la­re di un’I­ta­lia di­sin­can­ta­ta, dove la spe­ran­za è ormai sol­tan­to un ri­cor­do lon­ta­no. L’u­ni­co ad avere an­co­ra qual­che il­lu­sio­ne è Sal­va­to­re (Fran­ce­sco De Mi­ran­da), ra­gaz­zi­no fi­glio di Anna, che tra­scor­re le gior­na­te con… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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