(Recensione di Ivana Mette per storiadeifilm.it) - Un film di Jayro Bustamante, con María Mercedes Croy, María Telón, Marvin Coroy, Justo Lorenzo, Manuel Antún. E’ uscito nella sale cinematografiche italiane lo scorso 11 giugno.
Ambientato in Guatemala, nel cuore di comunità di etnia maya, Vulcano racconta un mondo sospeso tra credenze ancestrali ed echi lontani di modernità. Protagonista del film è la giovanissima Maria, che vive e lavora con la sua famiglia in una piantagione di caffè alle pendici di un vulcano. Nonostante sogni di andare nella “grande città, la sua condizione non le permette di cambiare il proprio destino: a breve la aspetta un matrimonio combinato con Ignacio, il supervisore della piantagione. L’unica via d’uscita si chiama Pepe, un giovane raccoglitore di caffè che vorrebbe andare negli Stati Uniti: Maria lo seduce per poter fuggire insieme a lui, ma dopo promesse e incontri clandestini Pepe se ne va e la abbandona incinta. Più tardi, il morso di un serpente la costringerà a raggiungere quel mondo moderno che ha sognato così tanto, e che le salverà la vita. Ma a che prezzo?
La protagonista del film – spiega il regista – “è un personaggio che lotta per forgiare con le sue mani il proprio destino, malgrado le sia vietato farlo”. Il ritratto privato di questa giovane donna, però, si specchia nella descrizione di un grave problema sociale: “Sfortunatamente – continua Bustamante – le comunità che abitano gli altipiani guatemaltechi hanno subito il violento impatto del traffico di minori nel corso del conflitto armato che ha flagellato il Paese e anche oltre (1960-1996). Il rapimento di bambini in Guatemala non è un segreto: con soli 14 milioni di abitanti, è diventato il principale esportatore di bambini nel mondo. L’ONU riferisce di 400 sequestri di minori ogni anno, portati a termine in condizioni di assoluta impunità: una problematica molto vasta e oscura che implica la responsabilità di numerosi soggetti, tra cui funzionari pubblici come notai e giudici, oltre a medici, direttori di orfanotrofi e molti altri. il mio interesse si è focalizzato sulle madri, vittime di questa aberrazione”.
Per le lande desolate del Guatemala, si evolve la storia di questo film, che come un docu-diario immortala piccoli frammenti di vita e essenza di luoghi e persone che si presentano rispecchiare la realtà e l’antichità di una terra e un popolo che sia allontana anni luce dalla civiltà e, proprio per questo mantiene, seppur con note negative di profondo rilievo, la sua purezza. Il desiderio di evasione e di ottenere una vita migliore colma l’intero film, il quale perciò si presenta quale terrorizzante ritratto di… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).