(Recensione di Lorenzo Ceotto per “storiadeifilm.it“) – “Sicario” è un film di Denis Villeneuve. Con Benicio Del Toro, Emily Blunt, Josh Brolin, Jon Bernthal e Jeffrey Donovan. E’ uscito nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 24 settembre.
Arizona, zona di confine con il Messico, la situazione è sempre più critica, pericolosa, tesa. I cartelli del narcotraffico messicani stanno creando lo scompiglio totale anche con infiltrazioni in America, morti ammazzati, cadaveri murati vivi, la faida fra bande e i continui regolamenti di conti stanno oramai minacciando l’ordine delle terre di confine statunitensi. Diversi agenti hanno perso la vita nella lotta al narcotraffico. La situazione è insostenibile. Gli equilibri della legge oramai sono destabilizzati irreparabilmente. Necessario un intervento immediato. Kate(Emily Blunt) una delle migliori agenti dell’FBI dell’Arizona, viene ingaggiata per prendere parte ad una missione speciale per debellare il cancro prima che sia troppo tardi. Nella task force d’elite convocata dal governo alla quale prenderà parte, dovrà sottostare agli ordini di Matt Graver (Josh Brolin), capo intrepido e inossidabile ai limiti dell’incoscienza, con al fianco un consulente colombiano di nome Alejandro(Benicio Del Toro), uomo ambiguo e dal passato piuttosto oscuro. La loro missione sotto copertura sarà un viaggio apocalittico, in una terra senza Dio, fra guerriglie notturne, corpi mutilati penzolanti e corruzione pervasiva. Un viaggio guardandosi continuamente alle spalle, dove ogni amico può essere il tuo peggior nemico. Un viaggio verso il cuore del demone che ha reso il Messico un malato terminale, per estirpare ciò che minaccia un’America che non vuole più essere disturbata.
Sicario ci catapulta con disincanto dentro la malavita e la corruzione del Messico di oggi, nel male che lo sta attanagliando, un problema attuale e rilevante. Lo fa attraverso il viaggio delle forze speciali che combattono il narcotraffico. Un film crudo, spietato che non ci risparmia morti ammazzati e corpi straziati.
Una storia di confine, di una catastrofe in mano ai narcos e di immigrazione oltre che di infiltrazione. La regia che ci mostra queste terre, i paesaggi, con ripetute vedute aeree. I virtuosismi tecnici non mancano e non sono mai fini a se stessi. La sequenza dell’irruzione nel tunnel segreto dei narcotrafficanti che mette in soggettiva dello spettatore una realtà filtrata dal visore notturno e dagli infrarossi è tecnica ed esercizio al servizio della tensione e della narrazione cinematografica. Un film che si esalta anche con una fotografia superba e da riscontro di un cast tecnico in grande spolvero.
Il confine delle terre rappresentate del film, è anche il limite rarefatto tra… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).
