(Recensione di Federica Cunego per “storiadeifilm.it“) – “Dheepan – Una nuova vita” è un film di Jacques Audiard, con Vincent Rottiers, Marc Zinga, Jesuthasan Antonythasan e Kalieaswari Srinivasan. Uscirà nelle sale cinematografiche italiane domani e ha vinto la Palma d’Oro a Cannes.
Un ex combattente per l’indipendenza dei Tamil, una ragazze una bambina si fingono una famiglia per sfuggire alla guerra civile in Sri Lanka. I tre si stabilizzano in un alloggio al di fuori di Parigi. A malapena si conoscono, ma cercano di costruire una vita insieme.
Un’indecifrabile immagine sfocata suggerisce allo spettatore delle luci in movimento immerse nel buio della notte; l’inquadratura prende progressivamente forma, svelando il contenuto: il protagonista, l’attore Antonythasan Jesuthasan, avanza lentamente verso la m.d.p. indossando delle orecchie luminescenti, lo sguardo intenso carico di frustrazione e determinazione al contempo.
Questa immagine che introduce il titolo del film, Dheepan, costringe lo spettatore a mettere a fuoco (fisicamente e metaforicamente) parte del nucleo drammatico del personaggio: il suo essere uno sfondo sfocato di una società che mette in primo piano realtà diverse dalla sua, la sua volontà di fuggire ad un’immagine caricaturale di sé stessi e l’espressione di un volto che lascia trapelare il dolore di chi porta con sé ferite che non potremo mai comprendere fino in fondo.
Ed è proprio il tema della comprensione uno dei punti di maggiore rilevanza della narrazione Il film di Jacque Audiard, vincitore della palma d’oro di Cannes, ci accompagna nella vita nei banlieu parigini, dove i tre emigrati cercano un modo di comunicare non solo con la società ma anche e soprattutto tra di loro. Questi personaggi si trovano infatti a condividere spazi e situazioni troppo intimi per persone che non hanno costruito nessuna intimità. Per i personaggi non è soltanto difficile comunicare con il mondo (per ovvi limiti linguistici) ma anche tra loro, e sembra che la comprensione più difficoltosa sia quella delle intenzioni e dei sentimenti. Il regista ritrae coraggiosamente dei protagonisti capaci di egoismi legati a obiettivi divergenti, violenti fisicamente o verbalmente, persone deformate dalla paura della morte.
Ed è proprio attraverso paura e violenza che si arriva alla superiore sintesi, in cui i personaggi riescono a trovare la… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).