(Recensione di Giulia Betti per “storiadeifilm.it“) – “Pecore in erba” è un film di Alberto Caviglia, con Davide Giordano, Anna Ferruzzo, Omero Antonutti, Bianca Nappi e Mimosa Campironi. E’ stato presentato durante la 72esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è uscito nelle sale cinematografiche giovedì scorso.
Luglio 2006. Leonardo Zuliani è scomparso. Da Trastevere la clamorosa notizia diventa vera e propria emergenza nazionale mentre un innumerevole gruppo di seguaci si accalca davanti alla casa del giovane attivista. La mamma è disperata, il quartiere paralizzato. Alla televisione ogni canale parla di lui, tutte le autorità esprimono la loro solidarietà alla famiglia. Molti non vogliono crederci, forse sperano sia un’altra delle sue trovate. Genio della comunicazione, fumettista di successo, stilista visionario, scrittore di grido, attivista dei diritti civili: ma chi è veramente Leonardo?
Che i Media siano dei gran furboni manipolatori, con lunghi artigli tentacolari e denti sudici di sangue incrostato non è gran novità, lo si evidenzia anche facendo una rapida analisi delle recensioni fatte da altri autori al lungometraggio di esordio del regista ebreo Alberto Caviglia, questo Pecore in erba, che a detta di tutti pare essere un succulento porridge di genialità, ma che ad una meno fanatica osservazione non si dimostra come la più riuscita fra le potenziali brillanti intuizioni di questa stagione.
Più lo si definisce acutissimo e più lo si definisce acutissimo, che detta così pare essere uno dei soliti proverbi-mutilati alla Paolo Bitta, ma che in realtà vuole esprimere la piattezza ingiustificata dell’opinione pubblica e della critica sua rappresentante, portatrice sana del brutto vizio del ripetere il già dettò, e di farlo senza troppa originalità d’aggiunta.
“Tout le monde” stravede per questo mockumentary che ha l’arguzia di porsi come obbiettivo quello di falcidiare omofiobia e razzismo utilizzando l’arrotata lama del paradosso, ergendo a primo attore della vicenda un parzialmente compreso antisemita dalla nascita, Leonardo Zuliani (che voglia essere un omaggio al camaleontico Leonard Zelig dell’eccelso, questo si, falso documentario di un collega, anche lui ebreo, di Caviglia…un certo Woody Allen?). Forse si, forse no, io di certo non lo so. Ciò che so però, è che non è da escludere che tra i bersagli nel mirino di Caviglia, in passato collaboratore di Ferzan Özpetek e quindi già cinematografaro patentato, ci siano stati anche il potere… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).