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Cinema: recensione e trailer di “Pecore in erba”, una satira surreale sull’antisemitismo

Creato il 04 ottobre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Giulia Betti per “storiadeifilm.it“) – “Pecore in erba” è un film di Alberto Caviglia, con Davide Giordano, Anna Ferruzzo, Omero Antonutti, Bianca Nappi e Mimosa Campironi. E’ stato presentato durante la 72esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed è uscito nelle sale cinematografiche giovedì scorso.

Lu­glio 2006. Leo­nar­do Zu­lia­ni è scom­par­so. Da Tra­ste­ve­re la cla­mo­ro­sa no­ti­zia di­ven­ta vera e pro­pria emer­gen­za na­zio­na­le men­tre un in­nu­me­re­vo­le grup­po di se­gua­ci si ac­cal­ca da­van­ti alla casa del gio­va­ne at­ti­vi­sta. La mamma è di­spe­ra­ta, il quar­tie­re pa­ra­liz­za­to. Alla te­le­vi­sio­ne ogni ca­na­le parla di lui, tutte le au­to­ri­tà espri­mo­no la loro so­li­da­rie­tà alla fa­mi­glia. Molti non vo­glio­no cre­der­ci, forse spe­ra­no sia un’al­tra delle sue tro­va­te. Genio della co­mu­ni­ca­zio­ne, fu­met­ti­sta di suc­ces­so, sti­li­sta vi­sio­na­rio, scrit­to­re di grido, at­ti­vi­sta dei di­rit­ti ci­vi­li: ma chi è ve­ra­men­te Leo­nar­do?

Che i Media siano dei gran fur­bo­ni ma­ni­po­la­to­ri, con lun­ghi ar­ti­gli ten­ta­co­la­ri e denti su­di­ci di san­gue in­cro­sta­to non è gran no­vi­tà, lo si evi­den­zia anche fa­cen­do una ra­pi­da ana­li­si delle re­cen­sio­ni fatte da altri au­to­ri al lun­go­me­trag­gio di esor­dio del re­gi­sta ebreo Al­ber­to Ca­vi­glia, que­sto Pe­co­re in erba, che a detta di tutti pare es­se­re un suc­cu­len­to por­rid­ge di ge­nia­li­tà, ma che ad una meno fa­na­ti­ca os­ser­va­zio­ne non si di­mo­stra come la più riu­sci­ta fra le po­ten­zia­li bril­lan­ti in­tui­zio­ni di que­sta sta­gio­ne.

Più lo si de­fi­ni­sce acu­tis­si­mo e più lo si de­fi­ni­sce acu­tis­si­mo, che detta così pare es­se­re uno dei so­li­ti pro­ver­bi-mu­ti­la­ti alla Paolo Bitta, ma che in real­tà vuole espri­me­re la piat­tez­za in­giu­sti­fi­ca­ta del­l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca e della cri­ti­ca sua rap­pre­sen­tan­te, por­ta­tri­ce sana del brut­to vizio del ri­pe­te­re il già dettò, e di farlo senza trop­pa ori­gi­na­li­tà d’ag­giun­ta.

“Tout le monde” stra­ve­de per que­sto moc­ku­men­ta­ry che ha l’ar­gu­zia di porsi come ob­biet­ti­vo quel­lo di fal­ci­dia­re omo­fio­bia e raz­zi­smo uti­liz­zan­do l’ar­ro­ta­ta lama del pa­ra­dos­so, er­gen­do a primo at­to­re della vi­cen­da un par­zial­men­te com­pre­so an­ti­se­mi­ta dalla na­sci­ta, Leo­nar­do Zu­lia­ni (che vo­glia es­se­re un omag­gio al ca­ma­leon­ti­co Leo­nard Zelig del­l’ec­cel­so, que­sto si, falso do­cu­men­ta­rio di un col­le­ga, anche lui ebreo, di Ca­vi­glia…un certo Woody Allen?). Forse si, forse no, io di certo non lo so. Ciò che so però, è che non è da esclu­de­re che tra i ber­sa­gli nel mi­ri­no di Ca­vi­glia, in pas­sa­to col­la­bo­ra­to­re di Fer­zan Özpe­tek e quin­di già ci­ne­ma­to­gra­fa­ro pa­ten­ta­to, ci siano stati anche il po­te­re… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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