(Recensione di Gabriella Massimi per “storiadeifilm.it“) – “Remember” è un film di Atom Egoyan, con Christopher Plummer, Martin Landau, Bruno Ganz, Jürgen Prochnow e Heinz Lieven. Uscirà nelle sale cinematografiche italiane il prossimo 4 febbraio.
Zev è un anziano ebreo affetto da demenza senile che vive in un ospizio insieme al suo amico Max. Un giorno Max convince Zev a partire alla ricerca del nazista responsabile dell’uccisione della sua famiglia ad Auschwitz; l’uomo vive in America sotto il falso nome di Rudy Kurlander, ma esistono altri tre uomini con lo stesso nome. Zev si imbarca quindi in un viaggio alla ricerca del vero Rudy Kurlander per vendicarsi.
Atom Egoyan ritorna dietro la macchina da presa; dopo 15 lungometraggi che gli hanno fatto conquistare molti premi, il regista armeno si prende la responsabilità di trattare un tema difficile, un tema che già in molto prima di lui hanno analizzato e divulgato coi propri mezzi: lo sterminio degli Ebrei a opera della Germania Nazista.
“Ci risiamo, ecco il trentordicesimo film sull’olocausto…” qualcuno di voi lettori potrebbe lamentare. Certo avrebbe ragione. Credo che siano stati fatti più film sul nazismo e la shoah di quanti ne siano stati fatti sulla Guerra del Vietnam, sulle Guerre di Indipendenza Americana, sullo sterminio degli Indiani d’America, sul lancio dell’uomo nello spazio; tutto ciò senza nulla togliere alla gravità e all’importanza che eventi di tale genere hanno rivestito nella storia del nostro pianeta.
Bhe ricredetevi voi lettori sfiduciati che non avete più voglia di andare a vedere la tragedia del piccolo bimbo ebreo strappato dalle braccia della madre urlante trascinata dai cattivi soldati nazisti verso i forni crematori.
Questa volta è diverso. Questa volta si riesce addirittura a sorridere, pur continuando a sentire attorno a sé un alone di tragedia, disperazione e ingiustizie.
Ci pensa Christofer Plummer a farci sorridere e a mostrarci l’olocausto da un lato diverso.
L’attore premio Oscar infatti, all’alba dei suoi 86 anni, è ancora perfettamente in grado di sostenere un intero lungometraggio che lo vede non solo protagonista ma anche perennemente presente in scena e capace di mantenere alto il livello di attenzione dello spettatore.
Durante i 95 minuti di proiezione si sorride, ci si rattrista, si prova ansia e quasi paura.
Un thriller. In molti definiscono in tal modo la pellicola di Egoyan, ma non… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).