(Recensione di Giulia Bramati per “storiadeifilm.it“) - ”Ritorno alla Vita” è un film di Wim Wenders, con James Franco, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams, Marie-Josée Croze e Robert Naylor. E’ uscito nei cinema italiani lo scorso 24 settembre.
In una buia notte invernale il giovane scrittore Tomas provoca involontariamente un incidente in cui perde la vita un bambino. Il senso di colpa si insinua rapidamente nella coscienza dell’uomo, che inevitabilmente si chiude in se stesso; la scrittura, tuttavia, gli consente di isolarsi: in pochi anni, egli raggiunge un discreto successo, pubblicando con regolarità fortunati bestseller.
Per quanti anni un tragico episodio può tormentare la coscienza di chi ne è stato causa? Wim Wenders racconta il percorso di espiazione di Tomas, giovane scrittore che in una buia notte invernale provoca involontariamente un incidente in cui perde la vita un bambino. Il senso di colpa si insinua rapidamente nella coscienza dell’uomo, che inevitabilmente si chiude in se stesso; la scrittura, tuttavia, gli consente di isolarsi: in pochi anni, egli raggiunge un discreto successo, pubblicando con regolarità fortunati bestseller.
Dopo Pina� (2011), Wenders torna a dirigere un lungometraggio in 3D, esplorando così le nuove frontiere delle tecnologie digitali. La tecnica 3D, infatti, permette di compiere un percorso introspettivo, regalando così una maggiore immedesimazione nella vicenda. Non bastano più il buio e il silenzio della sala decantati sin dai primi studi di filmologia dalle Revue Internationale de Filmologie: lo spettatore 2.0 necessita di una condizione di maggiore isolamento per poter essere coinvolto nel racconto. L’empatia si raggiunge proprio grazie alla tridimensionalità dei personaggi e degli ambienti; il lavoro sulla colonna sonora di Alexandre Desplat, inoltre, volutamente invasiva sin dall’inizio del film, porta al raggiungimento di un’atmosfera noir che inquieta lo spettatore. Si tratta dunque di un esperimento tecnico, che sulla carta prospetta un’ottima possibilità di successo, ma che, purtroppo, nel momento della realizzazione non genera forte empatia e non cattura lo spettatore all’interno della dinamica narrativa. I continui salti temporali non permettono alcun approfondimento delle situazioni mostrate: le relazioni di… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).