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Cinema: recensione e trailer di “The End of the Tour”, ritratto intimo e complesso dello scrittore David Foster Wallace

Creato il 21 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Giulia Betti per “storiadeifilm.it“) – “The End of the Tour” è un film di James Ponsoldt, con Jesse Eisenberg, Anna Chlumsky, Jason Segel, Mamie Gummer, Joan Cusack. Uscirà nei cinema italiani il prossimo 11 febbraio.

Cinema: recensione e trailer di “The End of the Tour”, ritratto intimo e complesso dello scrittore David Foster Wallace. Adattando il libro del giornalista di Rolling Stone David Lipsky “Come diventare sé stessi” (edito in Italia da Minimum Fax), il film porta al cinema un ritratto intimo e complesso dello scrittore David Foster Wallace, una delle stelle della letteratura americana e mondiale dei nostri anni, morto suicida il 12 settembre del 2008. Il libro di Lipsky è la cronaca di cinque giorni da lui trascorsi assieme a DFW mentre era in giro per gli Stati Uniti per un tour di reading del suo “Infinite Jest”, e The End of the Tour lo adatta aggiungendoci anche alcuni spunti dalla biografia ufficiale dello scrittore, “Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi” (Einaudi), firmata dal giornalista del New Yorker D.T. Max.

Sono moltissimi i motivi per andare a vedere questo film, ma inizierò citandone solo alcuni. Il primo è perché si cala nell’intimo di un grande genio contemporaneo, lo scrittore David Foster Wallace, il secondo perché prevede un cast e degli autori superlativi, ed il terzo, è perché sondando il terreno fra i giovani d’oggi, pochi hanno letto “Infinite Jest”, e sanno chi sia stato il suo autore. Con quest’opera, così delicata e morbida, tanto ironica, straziante e sincera, forse chi non lo ha mai fatto, inizierà a leggere gli scritti di uno degli autori più importanti del terzo millennio, l’ultimo fra i maledetti, i tormentati, i decadenti nello spirito, ma non nell’opera, espressamente satirica ed ironica.

Non è un biopic, è piuttosto un’istantanea su due corpi giovani che s’incontrano, entrambi bisognosi di calore, ma gelidi, tenuti a distanza da due menti superiori che collidono, come corna, come cervi, come animali alla conquista della stessa femmina, il successo. Si toccano, si annusano, si scontrano, si leccano nel tentativo di assorbire dall’altro ciò che l’altro ha di migliore. Wallace ha il successo, ma non la consapevolezza di essere in grado di comprenderlo, sostenerlo, viverlo, superarlo con dignità e farne virtù e nutrimento. Lipsky, che… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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