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Cinema: recensione e trailer di “Una volta nella vita”, film sulla Shoah vista da una scuola della banlieu parigina

Creato il 20 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

(Recensione di Pasquale D’Aiello per “storiadeifilm.it“) - ”Una volta nella vita” è un film di Marie-Castille Mention-Schaar. Con Ariane Ascaride, Ahmed Dramé, Noémie Merlant, Geneviève Mnich e Stéphane Bak. Esce nelle sale cinematografiche italiane il 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria.

In un co­mu­ne della ban­lieu pa­ri­gi­na, una se­con­da liceo, par­ti­co­lar­men­te tur­bo­len­ta e at­tra­ver­sa­ta da con­flit­ti cul­tu­ra­li, par­te­ci­pa ad un con­cor­so sulla me­mo­ria dei bam­bi­ni vit­ti­me della Shoah. Que­sta espe­rien­za di­ven­ta la sua op­por­tu­ni­tà di ma­tu­ra­zio­ne.

In un co­mu­ne della ban­lieu pa­ri­gi­na, una se­con­da liceo, par­ti­co­lar­men­te tur­bo­len­ta e at­tra­ver­sa­ta da con­flit­ti cul­tu­ra­li, par­te­ci­pa ad un con­cor­so sulla me­mo­ria dei bam­bi­ni vit­ti­me della Shoa. E’ que­sta la carta che la loro pro­fes­so­res­sa de­ci­de di ten­ta­re per of­frir­gli una pos­si­bi­li­tà di ma­tu­ra­zio­ne che li sot­trag­ga al fu­tu­ro di emar­gi­na­zio­ne a cui sono de­sti­na­ti. Trat­to da una sto­ria vera, sce­neg­gia­ta, e resa anche in forma di ro­man­zo (in Ita­lia edito da Val­lar­di), da uno degli stes­si ra­gaz­zi che l’han­no vis­su­ta (Ahmed Dramé), qui anche at­to­re, in­da­ga i con­flit­ti gio­va­ni­li ti­pi­ci delle pe­ri­fe­rie fran­ce­si, in cui la com­po­si­zio­ne mul­tiet­ni­ca crea con­te­sti scon­nes­si ren­den­do l’a­do­le­scen­za il ter­re­no sul quale si con­fron­ta­no op­zio­ni cul­tu­ra­li op­po­ste. Si trat­ta di op­zio­ni molto spes­so po­la­riz­za­te nel­l’an­ta­go­ni­smo tra le­ga­li­tà e il­le­ga­li­tà, Islam ra­di­ca­le e lai­ci­tà dello stato ma che più in ge­ne­ra­le sono de­scri­vi­bi­li dal­l’op­po­si­zio­ne in­clu­sio­ne-esclu­sio­ne.

La pro­fes­so­res­sa Anne Gue­guen sa che i suoi al­lie­vi sono de­sti­na­ti per lo più ad abi­ta­re la pe­ri­fe­ria della so­cie­tà, can­di­da­ti a ri­co­pri­re ruoli di rin­cal­zo. Molti edu­ca­to­ri si sono già ar­re­si a que­sta evi­den­za e stan­no la­scian­do flui­re la vita nella di­re­zio­ne già presa. Ma lei non ha perso le spe­ran­ze e de­ci­de di iscri­ve­re la sua clas­se ad un con­cor­so na­zio­na­le che li por­te­rà a com­pren­de­re il va­lo­re della col­la­bo­ra­zio­ne ma so­prat­tut­to quel­lo dello stu­dio e della me­mo­ria. Ac­ce­de­re ad una me­mo­ria con­di­vi­sa rende que­sti ra­gaz­zi parte della so­cie­tà e ne di­ven­go­no con­sa­pe­vo­li.

In un pre­sen­te, che non offre fa­cil­men­te oc­ca­sio­ni di con­di­vi­sio­ne a chi parte da una con­di­zio­ne di esclu­sio­ne, è il pas­sa­to ad of­fri­re un’op­por­tu­ni­tà di par­te­ci­pa­zio­ne al­l’i­den­ti­tà della na­zio­ne, e non a caso il ti­to­lo ori­gi­na­le del film (Les Hé­ri­tiers, Gli Eredi) evi­den­zia il ten­ta­ti­vo di pas­sa­re del te­sti­mo­ne anche a que­sti gio­va­ni cit­ta­di­ni. Lo stile uti­liz­za­to è quel­lo ti­pi­co del ci­ne­ma del reale, con at­to­ri in parte non pro­fes­sio­ni­sti, ab­bon­dan­te uti­liz­zo di ca­me­re a mano che ren­do­no il rac­con­to in­ti­mo e par­te­ci­pa­to, in al­cu­ne ri­pre­se si ar­ri­va ad uti­liz­za­re anche tre ca­me­re per­ché è un film col­let­ti­vo sulla cre­sci­ta dei per­so­nag­gi, non tutto si può met­te­re in sce­neg­gia­tu­ra e nel lungo la­vo­ro di mon­tag­gio si è do­vu­to sca­va­re nelle mol­te­pli­ci in­qua­dra­tu­re per co­glie­re gli sguar­di e le re­la­zio­ni più si­gni­fi­ca­ti­ve tra i per­so­nag­gi. La Fran­cia ha ben pre­sen­te che il suo fu­tu­ro si pro­get­ta nella… (per continuare a leggere la recensione > “storiadeifilm.it”']);">cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).


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