Con Cinema Zenit, l’autore torna a parlare di guerra, o meglio dei segni e delle trasformazioni che la guerra imprime sulle città e sugli uomini, avvicinandosi alle tematiche di Brodo di niente, suo primo volume a fumetti. La narrazione degli eventi, il viaggio della protagonista Anna in una città divisa e martoriata fisicamente da un terremoto e moralmente da un’occupazione straniera, è incorniciata da fredde didascalie: ricordi della protagonista, parti di una lettera indirizzatale, o estratti di una futuribile guida turistica della città stessa. Questa costruzione è funzionale per infondere una sensazione di declino e una patina di nostalgia amara per un mondo che non c’è più.
L’impressione lasciata dal racconto, come già in altri precedenti lavori dell’autore, è che la guerra di cui parla Andrea Bruno
Andrea Bruno fonde disegno e poesia, grazie a uno stile unico, capace di interpretare una tecnica che annovera pochi altri rappresentanti (per restare all’oggi, Thomas Ott) declinata in un uso personale e mirabile, esplorando così in maniera profonda il legame tra segno e parola/narrato che è perno e caratteristica distintiva del fumetto. I bianchi e neri pasticciati delle sue tavole comunicano perfettamente le vibrazioni e l’atmosfera dei suoi fumetti, i dialoghi sono attenti, studiati, scevri da parole ridondanti. L’impressione è di avere di fronte il lavoro di un attento cesellatore che sa quanto ogni singola vignetta sia frutto di un equilibrio e di una scelta costante su cosa mostrare e dire e cosa no, e quanto ogni elemento che la compone sia tanto prezioso da esigere la massima attenzione nel disporlo e l’assoluta lucidità per scegliere quali e quanti usarne. Il grande formato, ormai marchio distintivo di diverse pubblicazioni Canicola, permette di addentrarsi ancora di più nell’arte di Bruno.
La storia si chiude con l’arrivo di Anna di fronte al Cinema Zenit del titolo, in un climax che lascia in attesa di conoscere cosa attendersi dentro all’edificio abbandonato. Altro esempio di abilità registica, capace di creare un crescendo di attenzione e di attesa nel lettore in un racconto senza azione, giocato tutto sul non detto, sul rapporto tra i personaggi, su minacce potenziali ma solamente accennate.
Purtroppo, rispetto all’immediatezza di superficie (che “nasconde” comunque una grande complessità di tematiche e di tecnica) di Gipi o Emanuele Fior, i fumetti di Bruno appaiono maggiormente ostici al primo impatto, riducendone forse la capacità di diffusione; così come la visibilità di Canicola a livello editoriale è certamente inferiore a quello di Coconino.
Ma al di là di ciò, dopo la controprova di questa nuova opera, è impossibile non annoverare Andrea Bruno tra i migliori autori italiani contemporanei.
Abbiamo parlato di:
Cinema Zenit vol. 1
Andrea Bruno
Canicola, 2014 – www.canicola.net
32 pagine, spillato, bianco e nero – 16,00€
ISBN: 9788890694158