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Cinemaholic with Fede #8 Drag Me to Hell di Sam Raimi

Creato il 30 luglio 2014 da L'Aspirante Biondo
Ciao ragazzi, siamo arrivati all'ottavo appuntamento e oggi, in tutta onestà, vi volevo raccontare di qualcosa di più "leggero", senza scomodare i grandi registoni. Si tratta di un film abbastanza recente (del 2009 per essere precisi) che ho avuto il piacere di vedere solo la settimana scorsa e che mi ha lasciato positivamente sorpreso. Il film è Drag Me to Hell del regista Sam Raimi famoso per aver diretto la trilogia di Spiderman. 
Cinemaholic with Fede #8  Drag Me to Hell di Sam Raimi
Come avrete intuito, il film è del genere horror/splatter (ho una fissa particolare per questo tipo di film) e Raimi non è per nulla estraneo al genere, infatti è di sua creazione un'altra trilogia che partì nel 1981 e che è quella de La Casa. Il film lo lanciò come regista e diventò dopo un po' di tempo un vero e proprio cult movie per gli appassionati del genere, oltre ad essere definito dalla critica come un classico degli horror a basso costo. Molti anni dopo, Raimi decide di tornare al genere splatter che lo aveva consacrato, realizzando un film sicuramente non indimenticabile ma che conserva la vena grottesca presente nella trilogia e addirittura lo esaspera sfociando nella comicità. In Drag Me to Hell la protagonista è Christine (interpretata da Alison Lohman) che lavora come impiegata all'ufficio prestiti di un grande istituto di credito. Un giorno si reca da lei la signora Ganush, un anziana ed inquietantissima zingara (protagonista delle scene più trash e disgustose di tutto il film) che le chiede un'ennesima proroga di rimborso per un prestito che ha richiesto. Tuttavia Christine, desiderosa di ottenere una promozione a scapito di un suo odioso collega, nega la proroga alla Ganush nonostante sia una persona di indole buona. Quest'ultima, tremendamente offesa per l'umiliazione subita, si fa trovare appostata nella macchina di Christine e qui inizia un'accesa lotta tra le due, alla fine della quale la zingara strappa un bottone dalla giacca di Christine per scagliarci sopra una maledizione e, dopo averglielo restituito, scompare. Per me la scena del combattimento in macchina è stata a dir poco esilarante, essendo difficile immaginarsi una vecchia che si mena con qualcuno in maniera cosi "fogata" e anche per l'alta quantità di momenti splatter. Per chiarire la cosa, per splatter non si intende necessariamente la presenza del sangue, ma può anche essere considerato sinonimo di un horror grottesco ed iperrealista che genera un ilarità provocatoria e repellente. Proprio come la scena appena descritta e sfido a non ridere di fronte a questo elevato momento trash.

Insomma, dopo che la ragazza è stata maledetta, inizia ad avere delle orribili visioni e ad essere perseguitata da Lamia, un demone che dopo 3 giorni di torture la trascinerà all'inferno (da qui il titolo del film "Trascinami all'Inferno"). Dopo aver chiesto aiuto ad un veggente, Christine va a supplicare la Ganush di toglierle la maledizione, ma scopre che questa nel frattempo è morta (anche in questi piccoli scherzi del destino si può scorgere l'umorismo macabro di Raimi). Christine è sempre più tormentata dalle visioni che arrivano ad impedirle di condurre una vita normale, sia privatamente che al lavoro e che la costringono, su consiglio del veggente, a tentare di placare il demone con un sacrificio animale e lei sacrificherà il suo innocente gattino (altra situazione che mi ha fatto molto ridere, di certo non si scampa ad una maledizione sacrificando il proprio gattino). Dato che il sacrificio non sortirà effetto, Christine si rivolgerà ad una medium che ha già combattuto la Lamia in passato e che è pronta per riaffrontarla. Non mi dilungo per non rovinarvi il film, che come ho già detto non è di sicuro memorabile, ma che consiglierei agli appassionati del genere che amano sia gli horror di serie A che di serie B e che vogliono vedere qualcosa di poco impegnativo e che faccia fare anche due risate. 
Per oggi è tutto, ci si rilegge il 20 Agosto. Vi auguro buona serata!
Federico.

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