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Partendo dal presupposto che se mi metto a leggere due libricini intitolati Cinquanta sbavature di Gigio e Cinquanta smagliature di Gina non mi aspetto certo una lettura complicata, ma semplicemente qualcosa che mi distragga e mi faccia sorridere almeno un po', ecco, partendo da questo presupposto, questo lato B delle sfumature mi ha delusa. L'idea furbastra dell'autrice è molto semplice. Magari si sarà chiesta: perché, se la Meyer scrivendo una trilogia su due mostri del sesso del tutto fuori dalla realtà fa un sacco di soldi, non dovrei riuscirci io sostituendo ai mostruosi Mr Grey e Anastasia un Gigio e una Gina qualunque? Detto fatto.
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Sono pagine queste in cui i luoghi comuni sugli uomini e le donne vengono analizzati con una certa ironia, ma non in maniera così originale, secondo me.
Mi aspettavo di meglio.
Una lettura così comunque d'estate ci può pure stare, se poi mi avesse tenuto compagnia sotto l'ombrellone e io avessi avuto a disposizione esemplari di Gigi e Gine a portata di vista sarebbe stato certamente meglio, invece ho sfogliato le pagine nella solitudine della mia camera e sì, a volte ho sorriso, ma grosse risate non sono arrivate, no. D'altra parte io ho un serio problema con i libri che mi dovrebbero far ridere: non ci riescono. Non ci riescono mai. Ogni estate provo a sciogliere l'incantesimo, ma niente. L'ironia delle storie non mi colpisce quanto il dramma. Son fatta così, forse è meglio che me ne faccia una ragione e basta.
Nonostante tutto comunque, messe da parte l'indubbia furbizia dell'autrice e le mie non risate pazze, messi da parte anche alcuni sbadigli, queste cento sbavature e smagliature si leggono in pochissimo tempo, sono leggere e a volte (mica sempre dai) anche vere. L'autoironia poi, quella è davvero fondamentale, come sostiene Rossella Calabrò.
In fondo, ridere è la cosa più erotica che c'è.