Ebbene sì, c’è anche lui. Del resto, noi di Libri in Metro siamo persone democratiche: rispetto e discrezione per i lettori, certo, e nessuna discriminazione sulle letture. Per scovare un titolo siamo disposti a saltare una fermata, a fingere di allacciarci le scarpe, a metterci gli occhiali da sole in galleria. Alcuni, i più bravi, riescono anche a diventare invisibili.
Non saprei dirvi se la Signora ricopre sempre le copertine dei suoi libri con carta da giornale (sarà forse una nuova moda?), sta di fatto che salgo sulla metro a XVIII Dicembre e me la ritrovo lì, di spalle, seduta a testa china con libro X alla mano. Tinta rossa sottotono, direi circa 60 anni. La metro è piena e non ho molto spazio d’azione; mi aggrappo al tubo metallico sopra di lei. Noto che siamo in tre ad osservarla, incuriositi da quella carta e uniti dalla “voglia di sapere”. La copertina resta però al riparo da occhi indiscreti, davanti, dietro, ovunque. Sembra un caso perso. Poi arriva all’ultima pagina, l’ultimissima. Le mani ora sono due, a tenere il libro: “Come andrà a finire la storia tra Anastasia e Mr. Grey?” La Signora continua la lettura oltre la fine del racconto, sino ai riassunti dei sequel. Poi ripone il libro X in borsa e incrocia le braccia: non riesco a vederne lo sguardo, ma percepisco lo stordimento di una fine e l’attesa di chi la circonda e continua, rassegnato, a non capire. A me scappa un sorriso.
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