Non vi tedierò coi dettagli.
Vi basti sapere che questi sono stati anni molto particolari, a contatto diretto e indiretto con la gloriosa editoria italiana.
Specifico che io non lavoro né pubblico con editori tradizionali. Non sono per principio contrario al loro operato, infatti ho avuto modo di conoscere molto da vicino alcune ottime case editrici, in un paese in cui lavorare bene è sempre più difficile.
Nella lista dei buoni vanno per esempio inserite Multiplayer, ISBN, Mezzotints, Meridiano Zero, alcune cose di Gargoyle, Fratelli Frilli e altre, più alcune realtà oramai scomparse.
Il resto? Terribile. Un mix di disonestà, incompetenza, approssimazione, superbia, spocchia, ignoranza.
Non a caso è un ambiente che si sta accartocciando su se stesso. All’editoria italiana dedico dunque questo post: Cinquanta Sfumature di Merda. Cinquanta chicche che ho vissuto in prima persona.
Buona lettura.
Cinquanta sfumature di merda – Brutture dell’editoria italiana
- Le case editrici che pubblicano previo versamento di un contributo.
- Le webzine che chiedono di scrivere per loro degli articoli non retribuiti.
- Quelle che ti chiedono anche 20 euro di “iscrizione”. Sai, perché noi ci autofinanziamo.
- Gli editori che organizzano le antologie come se fossero partite scapoli/ammogliati.
- Quelli che invitano sempre l’amico dell’amico dell’amico.
- Gli editori che organizzano le antologie e al momento della pubblicazione cambiano le carte in tavola.
- Quelli che chiedono le recensioni pilotate.
- Quelli che chiedono le recensioni pilotate e non sono nemmeno abbastanza generosi da proporti un compenso.
- Gli editori che indicono concorsi truccati.
- Quelli che dicono di fare cultura, e invece pubblicano più che altro robe di sederi e tette (o di peni maschili).
- Le case editrici che cercano i cloni del titolo che va di moda. Cloni di Hunger Games, cloni di Twilight etc etc.
- L’editore che pubblica robe tipo 2500 racconti dell’orrore, tanto per assicurarsi di vendere almeno 2500 copie.
- La casa editrice che ti contatta solo per elemosinare una promozione sul tuo blog.
- E quella che ti spamma ventordici volte al giorno.
- L’editore che ti chiede un racconto per un’antologia, tu lo scrivi e l’antologia poi non si fa.
- Quelli che aprono blog e webzine “indipendenti”, ma che guardacaso parlano bene solo degli autori di scuderia.
- Le case editrici che pubblicano solo poesie, però soltanto dopo aver aperto un gruppo facebook a cui sono iscritti mille poeti.
- Lo scrittore che fino a ieri parlava male degli editori, e poi apre una sua casa editrice.
- Lo scrittore che parlava male degli editori, e poi pubblica con loro e li santifica.
- Lo scrittore che entra a far parte di una casa editrice e diventa stronzo.
- Lo scrittore che ucciderebbe sua nonna inferma per pubblicare con un microeditore di quartiere.
- Gli editori che passano il loro tempo a prendersela con gli autori autoprodotti.
- E quelli che invece preferiscono prendersela direttamente con gli ebook.
- I blogger ipercritici, che vogliono la morte dell’editoria, e poi aprono una casa editrice.
- Quelli che fanno la stessa cosa, ma che aprono un’agenzia letteraria.
- I blogger che si dichiarano “signori e padroni” di una corrente letteraria, pur essendo solo dei palloni gonfiati.
- Gli editori che si mettono a leccare il deretano ai blogger del punto 26.
- Gli editori che pagano le recensioni sui grandi quotidiani nazionali.
- Gli editori che si affidano a traduttori alle prime armi e a editor scadenti, per risparmiare.
- Gli editori che non capiscono un cavolo di come si gestisce un’attività imprenditoriale.
- Quelli che non ci capiscono un cavolo, ma si atteggiano come se lo facessero.
- Le case editrici che non pagano gli autori.
- Quelle che approfittano degli esordienti.
- Quelle che danno spazio agli scrittori sedicenni “perché è di moda”.
- Quelle che danno spazio a scrittori vecchi stanchi (e un po’ stronzi), che dovevano ritarsi vent’anni fa.
- Gli editori che vendono libri a più di 20 euro.
- Quelli che spezzettano dei romanzi unici in due o più volumi, triplicando gli introiti a discapito dei lettori.
- Quelli che acquistano i diritti per una saga e poi ne pubblicano solo una parte.
- Le case editrici che non hanno nessun vero esperto dei generi di cui si occupano.
- Le case editrici che credono ancora di operare nel mercato dei libri del 1979.
- I blogger che si fanno comprare con una copia staffetta.
- I blogger che di nascosto vengono prezzolati dagli editori.
- Gli editori che assumono personale incompetente.
- Gli editori che non assumono, bensì sfruttano.
- Quelli che organizzano i saloni, le mostre, gli eventi, solo per menarselo a vicenda.
- Gli editori che non riconoscono nemmeno Bukowski.
- Quelli che pubblicano 1000 ristampe di Dick, King, Asimov.
- L’editore di fantascienza che in TV dice che la moda del momento è il cyberpunk.
- Le case editrici che vendono gli autori, e non i libri.
- Quelle che invece vendono ebook a dieci euro.
Questa simpatica Top 50 è stata scritta con l’adeguato sottofondo.
Spero che l’abbiate apprezzata.
Buona giornata a tutti!
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Alex Girola – follow me on Twitter