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Cinque autori autopubblicati che squalificano il settore

Creato il 06 settembre 2014 da Mcnab75

La Cosa

Io stesso sono un autore autopubblicato, quindi posso parlare con cognizione di causa.
In realtà mi piace definirmi autore indipendente, autore artigiano, oppure autore autoprodotto, ma poco cambia, visto che quasi nessuno si prende la briga di notare le differenze.
A ogni modo, non è questo il punto. Oggi voglio concentrarmi su cinque archetipi di autori autopubblicati che infestano il Web, rendendo ridicolo l’intero settore. Come La Cosa dell’omonimo film, essi si infiltrano nelle maglie del sistema e lo infettano.
Il perché lo capirete leggendo questa breve top 5 tragicomica.
Una sola esortazione, prima di lasciarvi al post vero e proprio: ricordate che, come in ogni cosa, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Noi autori indipendenti non siamo tutti così.

Cinque autori autopubblicati che squalificano il settore

  • La Locusta

Fastidioso, poco bello da vedersi, sgraziato, in grado di fare danni ovunque passa. L’autopubblicato-locusta è il tipico novellino che sbarca su Amazon (e su altri store digitali) con ebook impaginati alla cazzo di cane, imbruttiti da copertine oscene, privi di editing e scritti in un italiano da terza media. Convinto di avere tra le mani un buon libro, la Locusta inizia a spammare ovunque (soprattutto su Facebook), impermeabile alle critiche, alle frecciatine, ai suggerimenti sensati. La sua vita non è lunghissima. Di solito, quando si accorge di vendere poco, smette di esistere, per infestare altri campi (la musica, la fotografia, o chissà che altro).
Danneggia il settore perché: Dà l’impressione che la media qualitativa del self publishing sia davvero bassa.

  • La Diva

Solitamente donna, scrive romanzi e racconti di soltanto due o tre generi: erotico, paranormal romance, fantasy. Ha un buon bacino di lettori, complice il fatto che oramai il mercato italiano pare essere animato soltanto dalle appassionate di questo tipo di storie. Basta guardare le classifiche del Kindle Store per trovarle, là in alto, con le loro trilogie da 500+500+500 pagine vendute per un totale di 3 euro scarsi.
Su Facebook si comportano come novelle Marion Zimmer Bradley, rivolgendosi ai “fan” (più raramente ai lettori), e coinvolgendoli in ridicole faide con le colleghe. Di solito il motivo del contendere è il colore del prepuzio del vampiro Lester o la misura del seno dell’Elfa Lywin.
Danneggia il settore perché: Lo satura con ebook intercambiabili l’uno con l’altro, tra l’altro giocando a un inaccettabile ribasso dei prezzi di copertina.

keep calm and be a diva

  • L’Ex Troll

Trattasi del tipico blogger che per anni ha condotto una sistematica campagna di spernacchiamento di QUALUNQUE autore, specialmente italiano, farfugliando di cose che nemmeno comprende, come il POV ballerino, lo show don’t tell e l’infodump. Arruolati un po’ di cultisti assetati di sangue, il Troll Libresco decide di fare il grande salto e di diventare autore. Vantando una presunta conoscenza dei meccanismi narrativi, nonché la volontà di uscire dagli schemi, esordisce sugli store con ebook alternativi, come “La Suora ninfomane che violentò il Dalai Lama”, specificando che si tratta di un racconto steampunk con derive bizarro e personaggi weird.
E ‘sti cazzi!
Danneggia il settore perché: Si comporta da demagogo e parla di cose che comprende solo in minima parte, spacciandole per verità assolute. Il peggior esempio possibile per i giovani lettori e scrittori.

  • Diabolik

Arriva dal nulla, munito di nickname, pagina Facebook, blog, trilogia pronta da pubblicare a prezzi iper-ribassati. L’argomento di solito è uno di quelli che tira, per esempio la zombie-apocalypse. La qualità degli ebook varia dal mediocre al discreto. Diciamo che sono un gradino sopra la sufficienza, il che fa intuire che l’autore senza nome non è proprio il primo sprovveduto che passa per strada.
Dopo pochi giorni blog e webzine di settore iniziano a recensirlo e a scrivere articoli su di lui. Il che sarebbe anche un bene, se per un attimo ci dimenticassimo che i professionisti della “vera” editoria ignorano completamente gli autopubblicati. Tranne in questi casi…
Danneggia il settore perché: Di solito si tratta di autori già più o meno affermati, che assaltano il treno del self publishing, contando sull’appoggio di amici ben imbucati in redazioni e giornali. Almeno usassero il loro vero nome…

  •  Il Fanfictionaro

Il tizio – o la tizia – che ti riscrive Harry Potter cambiando un nome qua e là, iniettando nel tutto un’insana dose di erotismo (o pornografia), e poi pubblica il tutto sui soliti store.
I generi più colpiti da questi autori privi di qualunque anelito di originalità sono il fantasy e la fantascienza, ma è impossibile non citare anche tutto il ciarpame urban fantasy copiato pari pari da serial televisivi come Supernatural o Once Upon a Time. Tanto che ci vuole? Basta variare qualche elemento qua e là, le storie son già scritte, e a quanto pare vendono.
Danneggia il settore perché: Lo danneggia con la sua sola esistenza. Punto.

spock

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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