Cinque cose da fare a Istanbul, e che non sono proprio ai primi posti nelle guide turistiche
Mercato a Uskudar, Istanbul
(foto di Patrick Colgan, da Flickr)
Nelle ultime settimane si è parlato molto -, giustamente - delle proteste a Istanbul e in tutta la Turchia. In questo post voglio ricordare anche che è una delle città più belle del mondo. Chi non c’è mai stato, spesso alza il sopracciglio davanti a questa affermazione. E forse hanno ragione loro, perché le cartoline o le foto non bastano a mostrare la bellezza di una città multiforme, immensa e caotica. Che è fatta anche di atmosfera, momenti, ritmi, della gente che ci vive e ci ha vissuto, della storia che si respira: è tutto questo che rende Istanbul unica. Un sito che sa parlare di questa città, anche se solo con le immagini è I left my heart in Istanbul. L’ho scoperto perché tempo fa prese una mia foto. E’ un tumblr blog che raccoglie foto (anche di altri luoghi della Turchia) davvero molto belle.
screenshot da I left my heart in Istanbul
Su tutte le guide troverai bellezze di Istanbul come Santa Sofia, la Moschea Blu, la cisterna sotterranea, i bazar o il Palazzo Topkapi. Io ti racconto altre cinque cose che nelle guide a volte ci sono, ma perse un po’ qua e là, dopo tutti i posti più famosi ( e sono tanti). Chiaramente il tutto è visto da viaggiatore o turista.
Perdersi
Questa è una cosa che andrebbe fatta un po’ ovunque. Ma chiarisco subito un concetto: perdersi veramente può essere sgradevole e in certe città estremamente pericoloso, Istanbul probabilmente non fa eccezione. Quello che intendo è, dove le condizioni di sicurezza lo permettono, smarrirsi un po’, camminare con prudenza ma lasciandosi un po’ trasportare senza aver ben chiaro dove si va. Nel mio primo viaggio a Istanbul successe che mi persi davvero a Fatih, intorno al Gran Bazar. Avevo preso come punto di riferimento il mare e la pendenza della strada. Per tornare indietro dovevo scendere e seguire il mare. Peccato che sia una città dove il mare e l’acqua sono ovunque e anche i saliscendi e così persi quasi completamente l’orientamento, per ritrovarlo solo quando arrivai su un orribile stradone ad Aksaray. Con un po’ di timore per ritornare mi aggirai molto a lungo in quartieri moderni e in altri più poveri, fra le bancarelle di mercati, appena dietro i luoghi più turistici e ragazzini che giocavano a pallone in strada. E’ molto bello perdersi anche a Uskudar, sulla sponda asiatica, nelle vie attorno al mercato.
Un tè a Kiz Kulesi
(Foto di Claude Attard Bezzina, da Flickr
creative commons share non commercial)
La torre della pulzella (o torre di Leandro), a 200 metri dalla riva di Uskudar, sulla sponda asiatica, è stata originariamente costruita nel 1110 era il punto in cui era attaccata una catena che chiudeva il bosforo. La struttura attuale, più recente, è graziosa, ma non è un monumento che toglie il fiato. Il posto però è speciale perché si può prendere il tè seduti su un tappeto e appoggiati su morbidi cuscini davanti al mare in uno dei punti più belli e suggestivi della città, soprattutto al tramonto, con il sole che scende sui minareti di Sultanahmet.
Una passeggiata lungo il Bosforo
Sul Vosforo ci sono posti stupendi. Io ti consiglio di andare a Ortakoy, dove c’è una splendida (e famosa moschea) e a Bebek, un quartiere residenziale un po’ elegenante davvero bellissimo affacciato sullo stretto. Ne ho un ricordo bellissimo di quando ci andai con una mia compagna di università turca la prima volta che ero a Istanbul: dalle alture la vista sul bosforo era bellissima, specie di domenica. Dimenticavo, a Ortakoy c’è un mercato delle pulci la domenica pomeriggio e alle volte mercatini serali. In zona ci sono molti caffè e ristoranti.
La moschea di Ortakoy
Mangiare cibo di strada
Io ho una gran passione per il kokorec…. frattaglie di pecora fritte! Non storcere il naso, sono buonissime e molto popolari (uno dei migliori è Sampiyon Kokorec, catena con numerosi punti, uno dei più comodi e centrali è vicino al mercato del pesce di Beyoglu). Ma troverai anche panini di pesce a Uskudar e in altre parti della città e le onnipresenti simit (specie di pretzel circolari) vendute anche da carretti e ambulanti.
A Istanbul non limitarti ai monumenti antichi
Istanbul non è un museo, ma una città viva, giovane e piena di energia, in forte e veloce mutamento e sarebbe un peccato limitarsi ai monumenti antichi (che sono tantissimi e stupendi). Infilati nei caffè non turistici di Beyoglu, a Galata (magari anche solo il cafe Ara, del famoso fotografo Ara Guler, dove i turisti non sono poi tanti) o vicino piazza Taksim dove va la gente del posto e osserva i giovani della città, la gente elegante o alternativa. Vivrai di più Istanbul se prenderai un albergo in questa zona piuttosto che a Sultanahmet, la zona dei monumenti dove la sera non c’è nessuno.
N.B. Non farti attirare in night di dubbia reputazione da procacciatori di clienti, o da tizi stranamente amichevoli incontrati per strada, in genere finirà con un conto salatissimo.
Una lista di indirizzi eleganti e un po’ cool (e sicuri) la trovi su Spotted by locals (in inglese).