“Cinque cose per fare bella figura”

Creato il 05 febbraio 2012 da Malvino
Diamo la qualifica di blog a siti web che non lo sono affatto e forse un po’ di chiarezza non guasterebbe. L’ho già detto, l’ho già detto, ma stavolta mi pare di avere un buon esempio da offrire per ripetermi, e mi ripeto: “Un «nanopublishing» è un blog? Un «corporate blog», un «blogames» o un «M-blog» sono blog? […] Le bacheche on line di personaggi pubblici (politici, uomini di spettacolo, giornalisti, ecc.) sono blog? A mio modesto avviso, no. Si tratta di «siti informatici» che fin troppo spesso non hanno neanche la buona grazia di fingersi «diario in rete». […] Prendo i primi 250 nella classifica di BlogBabel. Se solo depenno le vetrinette di azienda, i civettini di trasmissione televisiva e i siti web di vario vippume, scendono a 89. Se depenno pure i blog collettivi, che non ho mai capito perché ci ostiniamo a considerare blog quando sono imprese redazionali, arrivo a 31”. L’esempio? Cade l’80° anniversario della nascita di François Truffaut e un blogger può scriverne o no. Se deciderà di scriverne, s’improvviserà critico cinematografico, con pipponi più o meno interessanti, o toglierà la museruola alla memoria, si lascerà andare alle emozioni che gli hanno procurato quei film oppure, perché no, butterà giù il suo perentorio “Adèle H. è una cagata pazzesca!”. Potrà decidere di non parlarne affatto, ovviamente. Perché il cinema non è fra i suoi interessi, perché Truffaut non gli pizzica le corde, perché odia gli anniversari. Oppure potrà limitarsi a postare uno spezzone da Youtube, una citazione da Les aventures d’Antoine Doinel, il solito laconico link che rimanda a Wikipedia. Un blog che non è un blog, ma un giornalino in rete con l’ansia di non “bucare” ciò che un giornalone cartaceo non “bucherebbe” mai, farà come Il Post e riempirà il “buco” con una scheda di quelle che si leggevano sul retro dei vhs in allegato ai settimanali: a metà tra Wikipedia e il perfetto nulla, che è il luogo ideale dell’esserci per esserci. Non deve venir meno la missione, tuttavia. Parlo della missione informativa, naturalmente. Ecco, allora, che il coccodrillo di vecchia impagliatura diventa “una guida minima per iniziare”, “cinque cose per fare bella figura”, il bignamino essenziale per annuire come si deve quando nel salotto televisivo prende la parola il tuttologo di riferimento, naturalmente della scuderia Sofri-Bignardi, la ditta che si appresta a ereditare i fasti che furono della ditta Costanzo-De Filippi.

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