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Cinque euro per un panino?

Creato il 01 maggio 2012 da Mcnab75

Cinque euro per un panino?

Oggi è il Primo Maggio, la Festa del Lavoro, celebrata in molte nazioni al mondo.
Sappiamo tutti quale periodo storico stiamo vivendo, con poche luci all’orizzonte e con molte, troppe incertezze che minano il desiderio più comune e umano: vivere un’esistenza tranquilla, lavorando onestamente e togliendosi di tanto in tanto qualche soddisfazione. (Anzi no, già questo per qualcuno è troppo… figuriamoci l’aria depressa che ci tocca respirare!)
Non credo che aggiungere qualcosa di mio a questo discorso illuminerebbe le vostre vite. Odio fare discorsi generici, che scadono nella demagogia e nel qualunquismo, quindi eviterò di cedere in tentazione. Tuttavia sono ben lieto di sacrificare questo mio post del martedì, solitamente dedicato alle recensioni, per spendere due parole su uno dei tanti problemi che riguardano le passioni e le professioni di cui ci occupiamo di solito su Plutonia.
Perché, sì, anche se a qualcuno non sembra che sia così, anche scrivere, recensire e perfino bloggare sono lavori veri e propri. Come dite? L’ho già scritto e affermato molte volte? Va bene, ma oggi è il primo maggio, perciò ripeterlo non farà che bene.

Direi che il punto di partenza, la summa di tutte le considerazioni possibili, è questo video girato da Maddalena nel giugno 2010. Un video che a quei tempi fece il giro dei blog artistici, creativi, di Facebook e di tanti forum dedicati alla scrittura, alla musica etc etc.
Rivediamolo, perché è ancora attualissimo.

Cinque euro per un panino?

Sono passati due anni e non è cambiato nulla.
Lo dico senza girarci troppo intorno. Il sistema è miserevole oggi come allora e miserevoli sono le persone che, dall’alto, in un meccanismo a cascata, bloccano ogni miglioramento possibile e immaginabile.
A quei tempi ci fu anche chi obiettò le parole di Maddalena, sostenendo che la richiesta di pagamento “simbolico” innesca in realtà un gioco al ribasso umiliante.
Io non so se questo è vero, o forse semplicemente non mi va di discuterne. Preferisco lasciare la parola a voi.

Concludendo: cosa possiamo fare noi altri per inceppare questo meccanismo? Ben poco. Ma proviamoci.
Compriamo gli ebook, i fumetti, le foto dai siti di stock. Almeno delle persone che stimiamo. Facciamo girare qualche euro.
Offriamo un compenso, anche piccolissimo, a chiunque ci dà una mano per migliorare i nostri blog, disegnando banner, sfondi, oppure offrendosi come editor dei nostri articoli. Magari rifiuteranno l’offerta, ma il gesto in sé vuol dire molto.
Ultima cosa: rifiutiamo di lavorare/collaborare sempre a titolo gratuito, specialmente se chi ce lo chiede è un’entità (editore, associazione culturale, magazine etc etc) con qualche soldo da parte ma con poca voglia di investirli in chi naturalmente può lavorare solo per la gloria.
Naturalmente un cazzo.


Filed under: cose quotidiane, riflessioni, scrittura

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