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Poiché sappiamo che avete palati raffinati cercheremo di evitare le ovvietà e non vi rimanderemoi all'opera omnia di Stephen King, preferendo indirizzarvi verso un'autrice che lo stesso King ha più volte indicato come uno dei suoi maestri: Shirley Jackson.
Di lei abbiamo due proposte: Abbiamo sempre vissuto nel castello e L'incubo di Hill House.
Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson (Adelphi, Fabula, 2009)
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce"; con questa dedica si apre L'incendiaria di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo La lotteria. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai "cattivi", ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia
L'incubo di Hill House di Shirley Jackson (Adelphi, Fabula, 2004)
Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice - e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.
Se questi romanzi sono troppo classici per i vostri gusti potete invece buttarvi sul fenomeno del momento: gli zombie. Oltre ad essere protagonisti di una serie tv, The Walking Dead, la cui fama non accenna a diminuire quest'anno i putrescenti non-morti si sono visti anche al cinema mentre tentavano di mangiarsi il sempre bello Brad Pitt. Per chi non lo sapesse World War Z è stato tratto dall'omonimo libro del 2006 di Max Brooks, che racconta la sua versione della pandemia in forma epistolare.
World war Z. La guerra mondiale degli zombi di Max Brooks (Cooper,Cooper Storie, 2013)
Comincia in uno sperduto paesino della Cina. E subito dilaga in tutto il mondo. La piaga, la peste ambulante, l'epidemia. La guerra degli zombi. Creature mostruose che contagiano e fagocitano il nostro pianeta, la nostra casa. I sopravvissuti sono pochi. Una storia irreale? Il semplice parto della fantasia di uno scrittore? Forse. Max Brooks, con l'artificio di una raccolta di interviste "sul campo", dà vita a un affresco in cui le tante e diverse voci ricreate e animate in questo libro parlano di guerra, sofferenza e solitudine, ma anche di speranza, coraggio e nobiltà
Pubblicato nello stesso periodo ma completamente diverso come approccio all'horror è la prima opera di Mark Z. Danielewski, che mescola horror e satira in una cofezione inusuale: l'impaginazione infatti obbliga a tratti a rigirare il testo, secondo lo stile stile della letteratura ergodica.
Casa di foglie di Mark Z. Danielewski (Mondadori, Le strade blu, 2005)
Un libro-labirinto, a metà strada tra horror e thriller psicologico, ma anche un trattato postmoderno di critica letteraria. Johnny Truant è ossessionato da un manoscritto trovato nell'appartamento del vecchio Zampanò, morto da poco. Si tratta dell'analisi e della ricostruzione di un film documentario intitolato "The Navidson Record". In esso un famoso fotografo racconta della sua vita in una misteriosa casa di campagna. Una casa più grande dall'interno che all'esterno, con un muro nel quale compare all'improvviso una porta. Il fotografo, la sua famiglia, i suoi amici si avventurano nei corridoi infiniti che si aprono dietro la soglia, in un crescendo di traversie fisiche e psicologiche, che finiranno per riflettersi anche su chi legge...
Concludiamo con un ritorno al classico, una lettura imprescindibile per gli amanti del genere, Il giro di vite, racconto di fantasmi di Henry James che magistralmente genera tensione e paura con uno stile evocativo e ricco di suggestioni. Oltre ad essere stato portato sul grande schermo almeno una ventina di adattamenti, l'ultimo dei quali nel 2009, l'opera ha anche ispirato il celebre film The Others, con Nicole Kidman.
Giro di vite di Henry James (Mondadori, Oscar Classici, 2003)
Apparso in dodici puntate nella rivista "Collier's Weekly" dal 27 gennaio al 16 aprile 1898, Giro di vite è uno dei capisaldi dell'opera di Henry James, quello forse che ha ottenuto più attenzione sia da parte della critica che da parte del pubblico. Ispirato da una storia di fantasmi narrata allo scrittore dall'arcivescovo di Canterbury Edward White Benson, questo romanzo breve narra la vicenda di due bambini affidati alla servitù di una vecchia villa di campagna dove avvengono sconcertanti apparizioni. L'atmosfera di un Male incombente è resa ancor più intollerabile dall'ambientazione quasi pastorale e dal senso di pace e luminosità che questa sembra irradiare tutt'attorno. Il terrore che scaturisce da tale contrasto è di natura psicologica, nasce dalla mente del narratore più che dalla descrizione dei fatti: sottile e modernissimo espediente che anticipa la sperimentazione letteraria del Novecento.
Come sempre speriamo di avervi dato qualche suggerimento interessante e di avervi aiutato ad entrare un po' di più nello spirito della festa che forse non ci appartiene tanto ma è oramai entrata di prepotenza nelle nostre case e poi, suvvia, ogni tanto qualche brivido di paura non fa male a nessuno!Articolo di Valetta
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