cinque mesi senza bulimia

Da Dony
Peso di stamattina: kg 40.500 (+ 300 gr rispetto alla pesata di marzo).
Confesso che la talebano diet è durata un paio di giorni, dopodichè arrivederci e grazie, pero' dopo le mangiate festive mi aspettavo un peso decisamente superiore.
Ma piu' che su questo numero, a distanza di 5 mesi dalla mia ultima crisi bulimica vorrei soffermarmi sui progressi che ho fatto.
1- Gli esperti le definiscono fame STOMACALE e fame BUCCALE.
Io preferisco chiamarle fame FISIOLOGICA e fame EMOTIVA.
La prima  è il tipo di fame che sostiene la vita.
Per anni ho cercato di tenere sotto controllo la fame fisiologica, ho provato diete su diete, sempre drastiche e prive di equilibrio, con il risultato che dopo qualche giorno finivo per ingozzarmi in una sola volta di tutto cio' di cui mi ero privata fino a quel momento, perche' il mio corpo rivoleva indietro tutto e con gli interessi.
Ce ne ho messo di tempo per convincermi che avrei potuto liberarmi di quelle abbuffate solo se avessi cessato di sopprimere la mia necessita' di introdurre carburante.
E finalmente penso di essermele lasciate alle spalle per sempre.
Pero' c'è anche l'altro tipo di fame con cui sono stata costretta a fare i conti a lungo, e che ancora qualche volta cerca di insidiarmi: quella emotiva.
Una fame che non ha nulla a che vedere con le necessita' del corpo: è il cibo che si mette in bocca perche' sta lì, perche' ci si sente sole, depresse, abbandonate, infelici.
La mia idea della differenza tra i due tipi di fame è sempre stata piuttosto confusa.
Ho cominciato a capirla nel momento in cui ho cominciato ad ascoltarmi.
E' così che sono arrivata ad afferrare il pacco di biscotti dalla dispensa e a riporlo nuovamente al suo posto senza fare danni, chiedendomi perche' lo stavo facendo, e trovando un'alternativa all'abbuffata quando la risposta era " perche' sono nervosa, perche' sono triste, perche' non mi sento capita, perche' sono in ansia per una cosa, perche' mi annoio",  risposte diverse tra loro ma che nulla avevano a che vedere con " perche' ho fame".
Allo stesso tempo pero' ho compreso che il cibo in certi momenti puo' essere quella coccola, come la definisce il mio psicologo, di cui abbiamo bisogno...e quindi sono riuscita a concedermi qualche spuntino fuori pasto, oppure previsto dal piano alimentare ma piu' abbondante del solito, insomma quel fuori programma che in una bulimica puo' scatenare il disastro, imparando a gestire i sensi di colpa in modo da non trasformare una coccola innocua in un gesto di autodistruzione.
Oggi per un po' di cibo in piu' ho smesso di fare una tragedia greca.
Ancora non riesco a prenderla con un sorriso, pero' mi dico "Amen", e poi si volta pagina.
E' stata dura arrivare fino a questo punto: in realta' il mio percorso è iniziato la scorsa estate, poi ad ottobre c'è stato un episodio bulimico (perche' non mi sono ascoltata affatto) e allora il conteggio dei mesi passati senza bulimia è ripartito da lì, ma la strada è stata lunga e piena di difficolta', anche se non impossibile insomma, ci ho provato, e riprovato, e riprovato ancora, e a furia di insistere i risultati alla fine si sono fatti vedere!
2- Un altro progresso consiste nel fatto che adesso so gestire meglio una serie di pensieri malati di cui sono stata succube per anni.
- Non sono dimagrita abbastanza, devo dimagrire di piu'.
- Una contrarieta' mi da' il diritto di abbuffarmi.
- Ho assaggiato questa cosa fuori programma, la mia giornata ormai è rovinata quindi continuo ad ingozzarmi di schifezze all'infinito.
- I miei propositi sono falliti, io sono una fallita, quindi mi abbuffo.
- Solo vomitando riesco a tenere il mio peso sotto controllo.
- Certi cibi fanno sempre ingrassare, indipendentemente dalle quantita' ingerite.
- Dolci e grassi sono alimenti cattivi, se ne mangio sono cattiva anch'io, quindi devo punirmi.
- Se dimagrisco la mia vita cambiera' in meglio.
- Il mio aspetto e il mio peso sono indicativi del mio valore.
- Comincero' a vivere davvero solo quando saro' dimagrita.
Attenzione: gestirli meglio non significa che me ne sono sbarazzata...alcuni pensieri, come il penultimo ad esempio, sono veramente duri da estirpare, un po' come l'erba cattiva, che se la togli da una parte ricresce subito da un'altra.
Gestirli meglio significa impedire a quei pensieri di tramutarsi in azioni concrete, e in questo sicuramente qualche passo avanti c'è stato.
Ma da sola non ce l'avrei mai fatta...devo ringraziare lo psicologo, il nutrizionista, il gruppo di auto-aiuto, i vari blog pro-guarigione che seguo da tempo...e poi anche il mio compagno, la mia famiglia, i colleghi che conoscono la mia storia e mi sono stati sempre vicini, gli amici del gruppo di volontariato...
Un DCA è perfido perche' fa leva sulla solitudine di una persona...e piu' ci si isola dagli altri, piu' ci divora senza pieta'.
Per uscirne servono delle alleanze...e per formare delle alleanze bisogna trovare il coraggio di spezzare il silenzio...nessuno ci puo' capire come chi ci è passato in prima persona...ma come mi dice sempre Luca " il fatto che io non possa capirti non significa che non possa in qualche modo aiutarti", ed è vero...
E' anche grazie all'obiettivita' di chi mi sta vicino che oggi ho una marcia in piu' per contrastare i pensieri cattivi.
E parlare a volte è una magia che mi aiuta a fare il punto.
Ok, magari mi capita ancora di sbroccare quando mi vedo la pancia gonfia o le gambe che mi sembrano dei prosciuttoni...poi pero' mi dico " ma vaffanculo Dony!", e realizzo che è solo la voce della malattia a farmi stare male, quella voce che è solo una grande bugia a cui non devo mai piu' permettere di sopraffarmi!
3- L'ultimo progresso consiste in un paio di convinzioni a cui sono arrivata dopo aver commesso errori su errori, e che sono state una base fondamentale per fare la rivoluzione contro la bulimia:
- IO NON SONO UNA PATTUMIERA IN CUI GETTARE DI TUTTO
- IL CIBO MI GRATIFICA PER POCO, STARE BENE CON ME STESSA MI GRATIFICHERA' PER SEMPRE!
Ho scritto queste frasi su diversi post it che ho appiccicato sullo sportello del frigorifero, e anche su quelli dei vari mobili di casa in cui conservo del cibo.
Non sono formule magiche.
Ma ottimi spunti motivazionali sì.
E la cosa indispensabile quando si lotta contro un DCA è NON PERDERE MAI DI VISTA LA MOTIVAZIONE!!!
E ora riprendo il mio percorso...voglio imparare a mangiare per vivere, e smettere di vivere per mangiare considerando il cibo un nemico o una preoccupazione!


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