Cinque morti cinematografiche

Creato il 14 dicembre 2013 da Mcnab75

Una Top 5 di questo genere l’ha già fatta Germano molto tempo fa (mi riferisco a questa). Di solito non “copio”, ma questa settimana ho rivisto un film (di cui vi parlerò cammin facendo) che mi ha fatto venir voglia di citare le cinque morti cinematografiche che più mi hanno impressionato.
Diciamo che la differenza tra la classifica di Germano e la mia sta nei critire di scelta. Nel caso del mio vicino di blog la determinante è “le morti più spettacoli”. Nel mio, giusto per variare, si parla delle “più impressionanti”.
La scelta non è basata soltato sulle dosi di sangue e frattaglie, bensì sulle suggestioni della scena in questione, influenzate ovviamente dalle mie personali paranoie in fatto di dolore. Cinque citazioni sono poche e sono del tutto soggettive, sicché usate i commenti per raccontarmi le vostre.

5. Brenda, la mongolfiera umana

Vista in: Slither.

Slither è un filmetto divertente e poco più. Però c’è una scena, una singola scena, che non può non rimanere impressa. Riguarda la povera Brenda, una delle abitanti di Wheesley, città infestata da una sorta di “peste aliena” che deforma i corpi infetti e li rende perennemente affamati di carne umana.
La poveraccia mangia così tanto da gonfiarsi come una mongolfiera, fino poi a scoppiare (letteralmente!) liberando centinaia di vermoni extraterrestri che a loro volta diffonderanno il morbo nel circondario.
Schifo puro, se mi consentite.

4. Autocannibalismo

Vista in: Antropophagus.

Film malato ma non privo di atmosfere ben orchestrate, Antropophagus, diretto dalla “saggia” mano di Joe D’Amato, ha come perla una poco credibile ma impressionante scena di autocannibalismo. Klaus Wortmann, un naufrago sbarcato su una remota isola greca e costretto a cibarsi dei cadaveri dei suoi famigliari per sopravvivere, è impazzito e da anni perseguita l’isolotto, tanto che la piccola comunità locale è stata costretta ad andarsene dopo una serie di efferati omicidi.
Messo alle strette da un gruppo di turisti (a loro volta decimanti da Wortmann), il mostro antropofago concluderà la sua allucinata esistenza… divorando le sue stesse viscere ferite da una picconata!

3. Bruciati dall’Arma segreta di Dio

Vista in: I predatori dell’Arca perduta.

Catturati e legati insieme a un palo, Jones e Marion assistono all’apertura dell’Arca, che rivela il suo contenuto, ossia della polvere. Improvvisamente, l’Arca libera tuttavia una forza ultraterrena che mette fuori circuito le apparecchiature elettriche dei tedeschi, che generano delle scosse elettriche, ed intanto Belloq viene avvolto dal “fuoco divino” che fulmina tutti i soldati, mentre Toth e Dietrich muoiono orribilmente: a Dietrich si rimpicciolisce il volto fino a implodere e gli occhi escono dalle orbite, a Toth gli viene sciolto il volto fino al teschio, ed intanto a Belloq, mentre il fuoco lo brucia, scoppia la testa.
Se paragonati ai film di oggi questa scena leggendaria del primo Indy non è poi così tremenda, ma vederla a sette anni vi assicuro che è una cosa che lascia il segno. Tanto che ho aspettato più o meno altri sette anni prima di non coprirmi gli occhi davanti a questa scena, ogni volta che rivedevo I predatori….

2. “Metti la bocca sul marciapiedi”

Vista in: American History X.

Una scena di una violenza quasi insopportabile ma non avulsa dalla storia del (bellissimo) film. La scena in cui Derek Vinyard uccide un ladro di colore colto sul fatto è di quelle che fanno venire la pelle d’oca anche al cinefilo più scafato. L’esecuzione, brutale e selvaggia, avviene obbligando il poveraccio a mettere la bocca sul marciapiede (sotto minaccia armata). Una volta assunta questa posizione – da brividi il fotogramma in cui il ladro addenta il cimento – Derek gli cala un calcio in testa. Anche se si vede pochissimo, da lontano e senza indugiare sugli effetti devastanti di questo gesto, l’idea stessa di un’esecuzione del genere provoca ben più di un conato di vomito.

1. Scuoiata!

Vista in: Martyrs

Martyrs è un film molto bello. Martyrs è un film tremendo che, pur avendolo apprezzato, non rivedrò probabilmente mai più. La lunga sessione di incredibili torture a cui viene sottoposta Anna (Morjana Alaoui) culmina con una lenta morte per scuoiamento. La poveraccia viene letteralmente spellata viva, tranne che per il volto, che non viene invece toccato.
La freddezza quasi scientifica con cui Anna viene martirizzata è qualcosa che non si riesce affatto a dimenticare. A me, per esempio, è servito a capire che con film del genere non riesco a fare pace.

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