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Cinque mostre per l'Autunno

Creato il 28 settembre 2014 da Nebbiadilondra @nebbiadilondra
  1. Late Turner: Painting Set Free. Tate Britain, fino al 25 Gennaio 2015 
  2. Constable: The Making of a Master. Victoria and Albert Museum, fino all’11 Gennaio 2015

Cinque mostre per l'Autunno

John Constable, Stonehenge, 1835. London, Victoria and Albert Museum


Tutti conoscono John Constable e JMW Turner e a partire da questo mese di Settembre li conosceremo  ancora meglio grazie alle grandi mostre  che ilVictoria and Albert Museum e la Tate Britain hanno dedicato a questi due titani della pittura di paesaggio inglese  nati ad un solo unanno di distanza l’uno dall’altro. I loro sublimi, quanto diversi, concetti di “paesaggio”  portarono loro vari gradi di successo nella  vita. Mentre Tate Britain esplora la tarda carriera di Turner, un periodo in cui si dedicò alle radicali sperimentazionitecniche per cui è tanto celebrato, ilVictoria and Albert Museum approfondisce le vicende che stanno dietro alla genesi dei  capolavori dipinti da Constable, molti dei quali ricevettero il riconoscimento dovuto solo dopo la sua morte. Tante le delizie in mostra, tra cui gli splendidi  Norham Castle all'alba di Turner  eSalisbury Cathedral from the Meadows di Constable.
3. Anarchy & Beauty: William Morris and his Legacy, 1860-1960. National Portrait Gallery, dal 16 Ottobre  all’ 11 Gennaio 2015.  Altro grande protagonista della scena artistica dell’autunno londinese è William Morris, il genio alla base del movimento delle Arts and Crafts che fece de “L'arte per il popolo” il suo grido di battaglia. Sebbene ricco, infatti, Morris era un socialista che si opponeneva alla volgarità della produzione industriale e lottava per portare la bellezza alle masse. Il suo famoso motto “non tenere in casa nulla che non sia utile, o non si consideri bello” ha ridefinito la creatività in epoca vittoriana. Curata da Fiona MacCarthy, acclamata autrice e biografa nota per i suoi approfonditi studi sui Preraffaelliti e sullo stesso Morris, la mostra include arredi originali, tessuti, opere di amici e contemporanei come Dante Gabriel Rossetti ed Edward Burne-Jones, nonché libri, gioielli, ceramiche e abiti creati da artigiani e designers del XX secolo come Eric Gill, Bernard Leach e Terence Conran. A dimostrare come l'eredità di Morris, lungi dall’estinguersi con la sua morte abbia influenzato persone ed eventi anoi contemporanei.
4. Rembrandt: The Late Works. National Gallery, dal 15 Ottobre al 18 Gennaio 2015
Sull'orlo della bancarotta e distrutto dalla morte della moglie e di tre dei suoi figli, gli ultimi anni di Rembrandt furono segnati da tragedie e difficoltà economiche. Ma furono anche quelli in cui la sua opera raggiunse i livelli più alti di espressività. Con oltre 40 dipinti, 20 disegni e 30 stampe in prestito da musei di tutto il mondo, la mostra della National Gallery esplora un periodo della vita dell’artista che  va dal 1650 alla sua morte, avvenuta nel 1669. Tra le delizie in esposizione, oltre ad una serie di incredibili autoritratti, c'è anche  la Sposa ebrea,  un dipinto che portò  Vincent van Gogh a confessare ad un amico che avrebbe dato volentieri dieci anni della sua vita per potersi sedere per due settimane davanti al quadro con solo una crosta di pane secco da mangiare. 
5. Sherlock Holmes: The Man Who Never Lived And Will Never Die. Museum of London, dal 17 Ottobre al 12 Aprile 2015
Il grandissimo successo ottenuto dalla serie televisiva della BBC1 che ha per protagonista Benedict Cumberbatch dimostra che il fenomeno “Sherlock”  è sempre attuale. E allora ben venga la mostra del  Museoum of London - la prima organizzata a Londra dal 1951 dedicata al grande detective. Da oggetti autentici del periodo vittoriano, dipinti, fotografie, manoscritti e il primo filmato documentario girato a Londra, a “reliquie” contemporanee come il cappotto e la vestaglia indossati dallo stesso Cumberbatch,  la mostra  che esplora il come e perché dell’incessante successo del mito  di Sherlock Holmes, nonché il legame tra Holmes, Conan Doyle e la capitale.
Paola CacciariArticolo pubblicato su Londonita

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