Non sono mai stato un fan dello splatter. Dell'horror sì, ma dello splatter no. Anzi, lo trovo avvilente, adatto ad adolescenti brufolosi e dalla personalità disturbata. Lo spreco di sangue e frattaglie, laddove non è giustificato da chiari e precisi motivi di trama, dà solo credito a tutti coloro che giudicano il genere horror un filone per pervertiti e sadici.
Detto ciò devo ammettere che esistono delle scene così forti che in qualche modo sono fissate in modo indelebile nella mia memoria cinefila. Che sia un bene o un male, questo non ve lo so dire. Comunque sia, eccovele.
La stregoneria attraverso i secoli (1922)
Film muto, vecchissimo, con pretese di inchiesta storica sul fenomeno della stregoneria. Qui lo splatter non c'è quasi per niente, più che altro si tratta di un incubo surrealista da cui è facile rimanere ipnotizzati, divertiti ma anche disturbati. Alla faccia di chi sostiene che il cinema muto è sorpassato, obsoleto. Tante sono le scene che meriterebbero una citazione, ma quella senz'altro più allucinante è quella del sabba. Niente sangue o violenza, bensì una scena di rara potenza visiva che, quando lo vidi per la prima volta (avevo forse 12 anni) mi lasciò di sasso. Streghe che volano, satanassi che cantano e ballano per infine accoppiarsi con le donne che li hanno invocati. Praticamente è un quadro di Bosch diventato film.
Martyrs (2008)
Il film è tutto, interamente, una vera e propria mazzata che coglie impreparato anche il più scafato degli orrorofili. Quello che più disturba, in senso letterale, è il doppio binario su cui corre la violenza della pellicola: da una parte sembra insensata e gratuita, dall'altra, sul finale, appare giustificata e proprio per questo ancor più aliena e allucinata.
Di tutte le scene di martirizzazione che rendono il film insopportabile da reggere ai più, quella dello scorticamento è davvero al limite della resistenza umana. Se siete sensibili, evitate Martyrs come la peste.
Society (1989)
Brian Yuzna, prolifico regista horror, ha realizzato il suo piccolo capolavoro con questa pellicola, cult per gli appassionati e sconosciuta a chi non apprezza il genere. Oltre a divertirsi nel parodiare serial quali Beverly Hills 90210 e simili, Yuzna riesce più o meno a girare anche un film di denuncia sociale, puntando il dito contro quei circoli esclusivi dell'alta borghesia, che sembrano così alieni ai nostri occhi da sembrare davvero facenti parte di un mondo a parte. Society ipotizza tutto ciò: gli illustri membri dell'alta società di Beverli Hills sono in realtà dei mostri amorfi e mutaforma, tra l'altro in grado di fondersi in un'unica creatura, a seguito di un'orgiastica e immonda cerimonia in cui i corpi si sciolgono, si ricompongono e si mischiano. Proprio questa scena, delirante e memorabile, rappresenta il culmine di un film non perfetto ma notevole.
Antropophagus (1980)
Tipico B-movie horror italiano degli anni '80, Antropophagus è un film che non rimane in mente per una trama geniale o per la recitazione gradevole degli attori. Un gruppo di turisti finisce su un'isoletta speduta dell'Egeo, apparentemente paradisiaca, ma in realtà abitata da un ferocissimo cannibale.
Proprio all'antropofago che dà il titolo al film dobbiamo una delle scene più ributtanti mai viste sullo schermo: il “mostro”, colpito al ventre sul finale del film, afferra le proprie budella e inizia ad autodivorarsi. Roba per palati fini!
Un chien andalou (1929)
Cortometraggio visionario e quasi senza trama, l'opera di Luis Buňuel (con sceneggiatura di Salvador Dalì), non è in realtà un film che consiglierei di vedere, a meno che non siate appassionati del surrealismo più puro. La scena iniziale però è di quelle che fanno star male: il regista stesso afferra un rasoio e taglia a metà l'occhio di una donna seduta davanti a sé. Secondo la più classica delle interpretazioni, la scena è emblematica della rivoluzione visiva surrealista, che intende squarciare l'occhio dello spettatore per fargli vedere, anche a costo di grandi sofferenze, tutto quello che non ha mai visto e forse non ha mai voluto vedere.
Quel che so io è che fa davvero senso...
Citazioni speciali: l'impalamento finale di Lilli Carati in Avere vent'anni (terribile!); la trasformazione di Jeff Goldblum nel remake de La mosca; quasi tutte le ripugnanti scene di Cannibal Holocaust.
Se volete aggiungere, aggiungete...
La scena del sabba ne La stregoneria attraverso i secoli