Magazine Cultura
Siamo in estate, in un paesino pieno di sole e di luce, forse in Romagna, probabilmente alla fine degli anni '70. Una casa a ringhiera. Madre e figlia si sono appena trasferite in una nuova casa, forse a causa di una separazione. Due ragazzi, che hanno appena finito la scuola superiore, spiano dalla finestra.
Sarà l'inizio di un incontro che durerà una vita. Quello tra Piero, Nicola e Lucia, detta Lucy. L'inizio di un triangolo amoroso, di un intreccio inestricabile di amore, amicizia, lealtà, tradimento vero o immaginato, che a nessuno di loro riuscirà a dare una vera serenità.
Ritroveremo Lucy in Norvegia, in fuga da chissà cosa, circondata dalla neve, immersa nella penombra di un'eterna sera, a inseguire una felicità che sembra sempre sfuggire per una frazione di secondo.
Quel secondo che telefonicamente la separa - per un ritardo nella trasmissione della voce - da Piero, archeologo ad Aswan in Egitto. Cinquemila chilometri più a sud. Nei colori accesi dell'Africa. Impegnato in una alquanto burrascosa storia con Cinzia.
Si ricontreranno nel paesino da cui tutto è iniziato, ormai adulti, in una sera di pioggia, in una grigia pizzeria. Per la resa dei conti delle loro vite.
Nicola è la trama sottile che attraversa tutto.
Il ritratto di tre persone, ma anche di una generazione, o forse di un'umanità che, di fronte ai sentimenti, di certezze non ne ha mai veramente avute.
Mi fermerò qui. Com'è giusto che sia.
Non credo di aver mai raccontato tanto di una storia, ma in questo caso spero che il mio racconto sia stato anche solo lontanamente capace di trasmettere lo stile narrativo di Manuele Fior, fatto di colori, pennellate, interruzioni, connessioni. Poetico.
Gli acquerelli di Fior sono privi di matita o penna, solo pennelli che producono linee dai contorni indefiniti o chiazze di colore. Colori accesi, spenti, cupi, brillanti, sempre perfettamente rappresentativi della geografia fisica e dell'animo umano. Il mondo grafico di Fior è un mondo in cui tutto si amalgama, ma tutto è anche incredibilmente preciso e leggibile. Lo sguardo che da un dettaglio si allarga a una situazione, a un contesto, a uno stato d'animo è reso graficamente in modo efficace e originale.
Meritatissimo premio all'ultimo Festival International de la Bande Dessinée di Angoulême, il cosiddetto Fauve d'Or. Saremo anche un paese che ha messo il fumetto e le graphic novels in un angolo, ma per fortuna sforniamo ancora grandi fumettisti. Peccato che vivano a Parigi...
Voto: 5/5
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