Curiosamente anche gli Stati Uniti hanno un Napolitano: è un giudice ben noto che fra l’altro ha contestato l’eccesso di controlli e violazioni della privacy imposto da George W. Bush dopo l’11 settembre 2001 e prorogati da Obama. Dunque è un esperto di privacy, come Rodotà. Giorgio Napolitano è solo un omonimo.
“Votare Napolitano era l’unica possibilità di convergere su una candidatura condivisa. C’era uno stallo da cui non si vedeva via d’uscita. Vista poi la situazione all’interno del Pd si rischiava di procrastinare l’incertezza chissà fino a quando. Nella notte è emersa questa proposta di carattere istituzionale e abbiamo convenuto all’unanimità che fosse da votare” afferma Cinzia Fontana, la deputata del Pd eletta nella circoscrizione 3, oltre al senatore Luciano Pizzetti. “La divisione tra i gruppi del Pd rendeva impossibile un’altra decisione”, aggiunge la deputata.
Ne parla uscendo da Montecitorio, si sentono fischi e grida di folla. Uscendo, oltre al M5S, Cinzia Fontana ha visto anche i sostenitori di Forza Nuova. La stessa Casa Pound ha manifestato e l’avvicinarsi del 25 aprile e l’anniversario della morte di Mussolini potrebbero inasprire i soliti fascisti vecchi e nuovi.
Quanto al Pd la deputata di Vailate pensa al percorso congressuale. Il segretario Bersani è dimissionario e occorrerà un dibattito precongressuale quanto mai serio e convincente. Cinzia Fontana era stata fra gli elettori di Romano Prodi.
“Era chiara la difficoltà a convergere a su un nome condiviso, sin dalla candidatura di Marini. Ora, subito, com’è normale in un partito, si apre la necessità di un percorso congressuale”, conclude Cinzia Fontana.