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Le scuse le trovate un paio di post fa :)
Sempre andata al cinema, io. Per altro sempre andata con una sorta di ritualità che rendeva prezioso il momento, al di là del passatempo. Da bambina, ad esempio, mi ricordo che mio zio portava me, mio fratello e i miei cugini al cinema il pomeriggio della vigilia di Natale, così da rendere meno ansiosa la nostra attesa (e probabilmente lasciare campo libero a genitori e nonni di allestire in modo adeguato le sorprese che ci attendevano. Ma questo l'ho capito molto più tardi, come al solito). Incauto, un anno ci portò a vedere Bambi e tale fu ila mia disperazione alla morte della mamma, che mi dovette portare fuori per farmi calmare. Di quelle vigilie lì mi ricordo ancora Biancaneve, con l'orribile strega a tutto schermo, che rivederla in Vhs sembrava quasi innocua, e il Maggiolino tutto matto, con noi bambini a strillare facendo il tifo per Herbie.
Poi sono arrivati gli anni dei cineforum. Quelli seri, voglio dire. Che magari non avranno messo in programmazione La corazzata Potëmkin di Ejzenštejn ma tutta la filmografia di Andrzej Wajda sì, con l'abbinata Uomo di Marmo e Uomo di Ferro proposta in sequenza e Il Tamburo di Latta di Schlöndorff a seguire. Un chiodo nella rotula avrebbe fatto meno male. Come non mi sia disinnamorata del cinema in quella fase lì me lo domando tuttora.
Però in quegli anni c'erano anche i cinemini della domenica, quelli che il film in programmazione era quasi un optional, perché fondamentale era l'intimità del buio in sala. Machevelodicoafare? Ci siamo passati tutti da quella fase lì.
Con le figlie siamo entrati inevitabilmente nel loop dei cartoni animati e delle saghe. Di nuovo la ritualità del film Disney dell'anno, del film Pixar della stagione, dell'Harry Potter 1-2-3-4-5-6-7a-7b e di tutti i Signori degli Anelli, nessuno escluso. Sempre con gli amici, sempre con quel fare celebrativo che rende comunque il cinema un'esperienza.
Mentre a casa, grazie al VHS prima e al Dvd poi, si scoprivano la magia di Miyazaki o la sottile ironia di Sylvain Chomet con le sue Triplettes de Belleville.
Da qualche anno il cinema ha assunto un'ulteriore dimensione: quella delle uscite con le amiche. Dopo esserci martirizzate per qualche anno con la piscina del mercoledì, nazi-trainer inclusa, del tutto incurante del fatto che il nostro approdare in acqua alle nove di sera presupponeva una giornata di lavoro alle spalle e una famiglia lasciata nel tepore della cena, abbiamo deciso che non avevamo peccati così gravi da espiare. Così abbiamo senza rimpianti sostituito le vasche serali con il cineforum settimanale, con evidenti vantaggi per il nostro spirito, la nostra mente, la nostra voglia di socialità.
Nella nostra città i cinema sono spariti da anni ormai, sostituiti dai multisala alle uscite delle tangenziali, per questo il cineforum si tiene in auditorium, su poltroncine non del tutto comode, senza aria condizionata e neppure pop corn alle casse. Però è strapieno in tutte e tre le serate della programmazione settimanale. Un significato ci sarà no?
La programmazione, rispetto ai vecchi cineforum della mia adolescenza, è recente, anzi recentissima, visto che ci siamo già gustate Django o La Grande Bellezza. I gestori del cineforum sono persone in gambissima e alla fine è una pausa infrasettimanale che a me fa bene: vedo le amiche, vado al cinema, incontro tutta una pletora di amici e conoscenti iscritti nelle mie stesse serate, il tutto a un prezzo talmente ridicolo che non ho nemmeno rimpianti quando il lavoro o la stanchezza mi fanno saltare qualche visione. Che volere di più?
p.s. un paio di video io qui ve li lascio. perché secondo me se non li avete mai visti, beh, secondo me potreste anche cercarli. in dvd ci sono.
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