CioccoMassarri, non potevo intitolare in altro modo questa pagina, legata alla mia nuova visita alla pasticceria Veneto che, come sempre, riserva nuove dolci sorprese che mi colpiscono al primo sguardo.
Appena entrato, indirizzo immediatamente lo sguardo al mio angolo preferito che definirei “monoporzione che passione“, convinto di trovare qualche nuovo abbinamento da gustare ed ecco che, come sempre, le mie aspettative non vengono deluse … anzi.
E’ vero che oggi ho pochissimo tempo e non posso fermarmi a salutare il Maestro, è vero che mi piacerebbe fermarmi per farmi descrivere nei dettagli una fantastica torta triangolare che mi ha veramente colpito ma, sapere che Massari sta preparando un nuovo libro sul cioccolato e che le due monoporzioni che hanno attirato la mia attenzione fanno parte di nuovi “esperimenti”, sono la conferma che oggi il dolce sarà un CioccoMassari.
Ho sempre apprezzato le finiture ed i particolari delle pasticcerie del nord Italia rispetto a quelle della mia infanzia calabrese ma, spesso, ad un’estetica fantastica non corrispondeva un gusto equivalente e la mia propensione era votata esclusivamente per la pasticceria meridionale, del resto, credo che il gusto sia il punto di partenza su cui costruire l’estetica e non viceversa.
Ecco cosa mi stupisce nelle creazioni della pasticceria Veneto ed ancora di più in queste “miniature“, che il trionfo e la pienezza dei sapori sia all’altezza della perfezione estetica che ogni “miniporzione” rappresenti, anzi è una vera e propria gara che non conosce vincitori ed è un vero piacere cercare di giudicarle.
Attendere che il dolce raggiunga la temperatura adatta per coglierne ogni sfumatura è un rito che richiama la decantazione di un vino importante, affondare il cucchiaino per scoprire cosa si cela sotto una glassa equivale al piacere di cogliere le sfumature di colore (in trasparenza) in un calice, assaggiarne una cucchiaiata cercando di percepire i tanti sapori che si sviluppano è il momento più atteso e più gratificante, quanto il piacere di degustare un nettare.
Ecco che un “semplice dolce” può trasformarsi in un rito che ripaga i sensi dell’attesa e del desiderio di scoprire quale sorpresa, stavolta, ha prodotto l’inesauribile voglia di nuovi orizzonti di un Maestro che ha scelto di continuare a sperimentare e non vivere di un passato o di un presente che per molti sarebbe già un grande punto d’arrivo.