Posted 19 marzo 2013 in Cipro, Economia, Unione Europea with 0 Comments
di Alessio Mazzucco
La questione cipriota deve far riflettere sull’Europa e il suo significato. È inutile ripetere quel che i giornali hanno già riportato sul salvataggio di 6 miliardi chiesto ai depositari di conto corrente nella piccola isola mediterranea; più utile sarebbe chiedersi quale sia la direzione che sta prendendo l’Unione.
L’Economist calca la mano sulla decisione europea denominandola ingiusta, inutile e miope. Un’analisi breve e precisa è di Gustavo Piga, economista, dal suo blog: per 6 miliardi di euro (6!) che l’Europa avrebbe potuto sborsare in nome della sicurezza economica e, perché no?, di una solidarietà europea che dovrebbe essere la colonna portante dell’Unione, rischiamo di distruggere l’economia cipriota e colpire indirettamente l’intera economia europea sul fronte dei mercati finanziari. Mossa geniale, vero?
Ma lasciamo da parte solidarietà, salvataggio e ripagamento del debito e concentriamoci sulla questione geopolitica che si gioca intorno a Cipro. Riassumerei in due parole: Russia e gas. Quello di Cipro è uno dei depositi di gas che si riveleranno più importanti nello scacchiere mediterraneo e del Vicino Oriente. Intorno all’area giocano Israele, Russia, Grecia, Turchia passando per l’attenzione della Francia e degli Stati Uniti.
E se la Russia è tra i principali interessati al gas sotto il nome del colosso Gazprom, da parte loro i capitali russi non stanno a guardare: Putin, preso atto della decisione del prelievo forzoso, si è detto immediatamente contrario alla decisione; mossa attesa dati i depositi di capitali est-europei e russi per oltre 90 miliardi di euro al 2012 (per avere un’idea di misura, oltre l’800% del Pil della piccola isola, ammontante a 18 miliardi di euro circa). Inoltre, Reuters riporta che Anton Siluanov, ministro delle finanze russo, non avrebbe ricevuto nessuna comunicazione dai colleghi europei, né un invito a una collaborazione.
Europa, dove vuoi andare? In una sola mossa hai ottenuto l’opposizione della Russia, la rabbia dei ciprioti, l’esplosione dello spread e la caduta delle borse. Tutto questo per 6 miliardi: ottimo risultato. La richiesta di sacrificio a Cipro può essere un piccolo specchio della gestione delle crisi del debito europeo? Forse. Sicuramente in parte. Di certo è uno specchio dell’assurdità del sistema decisionale europeo, ancora diviso e incapace di dare una risposta compatta ed efficace ai problemi che attanagliano il continente su questioni come il debito e la crescita economica.
E queste critiche non tengono neanche in dovuta considerazione l’opposizione russa: non aver coinvolto il Cremlino in una simile decisione, soprattutto in un teatro di forte interesse russo, che ruolo giocherà nelle future politiche mediterranee dell’Europa? Ci stiamo giocando Cipro, il gas e – mettendo il naso poco oltre la porta di casa – la futura uscita dalla crisi siriana (su cui la Russia ha già una posizione apertamente pro-Assad). Su Linkiesta, Fabrizio Goria scrive che Gazprom avanza l’ipotesi di aiutare Cipro sostituendosi alla detestata troika in cambio degli appalti futuri sui giacimenti: se così fosse non sarebbe l’ultimo bail-out di origine russa dati i prestiti governativi già arrivati negli anni passati per sostenere il paese (2,5 miliardi al 2011).
Cara Europa, si parla di Unione. L’impasse cipriota mi sembra molto lontana da questa parola.
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